Dodicesima Domenica fra l'anno

Posted by Padre Eugenio Cavallari on 20 June 2020

verdeCiò che vi dico nelle tenebre, ditelo nella luce

Letture: Ger. 20,10.13; Romani 5, 12-15; Matteo 10, 26-33.

1 - Geremia - Il profeta di Dio si sente assediato dai suoi nemici, che hanno creato nei suoi confronti un clima di diffidenza, persecuzione e terrore per isolarlo e costringerlo a desistere. Sul suo capo pende una minaccia di morte: ‘Lo denunciamo e lo denunceremo’. In lui si realizza ciò che accadrà a Gesù: osteggiato e insidiato dai farisei, denunciato dal sinedrio a Pilato, condannato  alla morte in croce. Ma il profeta si sente sicuro e vittorioso perché può contare sull’aiuto indefettibile di Dio: ‘Signore degli eserciti, possa io vedere la tua vendetta su di loro poiché a te ho affidato la mia causa’. La vendetta di Dio equivale a distruggere il male per salvare l’uomo.

2 – Adamo e Cristo – L’apostolo Paolo, scrivendo ai Romani, mette in chiara luce questo profondo e oscuro mistero: il primo peccato di Adamo ed Eva, che ha coinvolto tutta l’umanità, e la morte in croce di Gesù, che libera definitivamente tutta l’umanità. Ecco il testo: ‘Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato’. Il ruolo di Adamo è quello di rappresentare l’intero genere umano: ‘Tutti fummo in quell’uno, quando tutti fummo quell’uno che cadde nel peccato’(Agostino, Città di Dio 13,14). Fortunatamente siamo stati tutti anche in Gesù sulla croce per ricevere la sovrabbondanza della vita celeste.

3 – La vera paura – Gesù invita tutti ad affrontare con determinazione il problema fondamentale della vita: salvare la propria anima. Il grido di Gesù, captato all’orecchio della nostra coscienza, va urlato anche su tutti i ‘tetti’, ove sono le antenne dei mass-media (TV, stampa e internet): ‘Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima: temete piuttosto colui che ha potere di far perire l’anima e il corpo nella Geenna (cioè nel fuoco eterno dell’Inferno)’.Questa è una affermazione inequivocabile di Gesù sul futuro del dopo-morte: la consegna della nostra vita con tutte le sue opere e il giudizio conseguente di Dio. La paura non deve essere la fuga dell’anima dalle proprie responsabilità, ma un santo timore di Dio che ci rinsalda nell’impegno di agire sempre nel modo migliore.

4 – La testimonianza – La vita cristiana non è semplicemente un fatto di coscienza, che riguarda il mio rapporto intimo con Dio: essa abbraccia tutta la mia vita di relazione con gli altri e tutte le attività concrete della mia vita. Essa vuole espandersi e comunicarsi a tutti: non può restare nascosta e circoscritta al mio piccolo ambiente personale. Per questo si chiama cattolica perché abbraccia tutto e tutti. La fede cristiana si trasforma in una testimonianza di vita vissuta in faccia al mondo. Gesù, nel momento del giudizio finale, applicherà questo criterio: ‘Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al padre mio che è nei cieli’ (Vangelo). Nella testimonianza si saldano i due aspetti concreti della fede: le scelte della coscienza e il buon esempio della condotta di vita.

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