Quattordicesima Domenica fra l'anno
Un profeta non è disprezzato che nella sua patria
Letture: Ezechiele 2, 2‑5; 2 Corinzi 12, 7‑10; Marco 6, 1‑6.
1 ‑ Una genia di ribelli ‑ Il profeta Ezechiele è inviato al popolo di Israele, che sta pagando duramente la sua infedeltà alla legge di Dio con l'esilio di Babilonia, perché si ravveda finalmente e torni alla fedeltà verso il suo Signore. Anche Dio sembra scettico sulla possibilità di farsi ascoltare e ubbidire dal suo popolo: ‘Ascoltino o non ascoltino ‑ perché sono una genìa di ribelli ‑ sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro’. Per questo il profeta Ezechiele è deportato: per essere in mezzo a loro come testimone di misericordia, di conversione, di salvezza rinnovata. Anche oggi la Chiesa è ‘deportata’ in mezzo all’umanità per rendere possibile a tutti la salvezza.
2 ‑ Da Adamo a Cristo ‑ Allargando lo sguardo al passato che precede Cristo, basta un semplice richiamo alla storia biblica per renderci conto della pazienza illimitata di Dio nei confronti dell'uomo. Esso gli si rivolta contro in modo pervicace, ma ad ogni infedeltà umana Dio risponde con la sua infinita misericordia, che sa dosare anche il castigo: tutta la storia è un ‘fatto di salvezza’. Il Signore rivela sempre più chiaramente la sua volontà attraverso una teoria ininterrotta di profeti, che va dai Patriarchi a Mosè e culmina con Cristo: ‘Il Signore tuo Dio susciterà per te, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta pari a me; a lui darete ascolto’ (Deuteronomio 18,15). Questo profeta-pari-a-me non può essere che Gesù Cristo, il Verbo fatto uomo, l’unico Salvatore dell’uomo.
3 ‑ Lo scandalo‑Cristo ‑ Si direbbe che Cristo ‘scandalizza’ in misura proporzionale alla sapienza infinita della dottrina e alla potenza creatrice dei miracoli. Tanto che, un giorno, egli afferma sconsolato: ‘Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua’. Il trattamento riservato a Cristo e ai suoi, da Betlemme al Calvario e dall’Ascensione all’ultimo suo ritorno sulla terra per il Giudizio universale riassume in modo più che eloquente il rapporto di fedeltà dell'uomo verso Dio. La vita di Gesù è certamente scandalosa perché diametralmente opposta al modo di pensare e di vivere del mondo: umiltà -superbia, verità -falsità , amore-egoismo. Lo scandalo del Vangelo è la conferma della assoluta diversità fra Dio e il mondo del male.
4 - La storia si ripete ‑ Purtroppo, l'atteggiamento del popolo di Israele verso Cristo non è un incidente storico da rimuovere. Il dopo‑Cristo, i duemila anni della Chiesa, confermano in modo lampante che tutti siamo coinvolti, più o meno, nello scandalo del rifiuto di Cristo. Rifiuto della sua dottrina, del suo stile di vita, delle persone che lo rappresentano; rifiuto a riconoscerlo come Dio e come uomo, rivelatore della volontà del Padre e rappresentante di ogni uomo. Quale è la ragione misteriosa di questo gratuito rifiuto dell'amore di Dio per gli uomini? Solo Dio conosce le vere cause - cause nascoste ed occulte - degli scandali, di cui però si serve per realizzare i suoi fini di salvezza. Comunque ciascuno di noi nel suo intimo avverte che, in parte, tutto ciò dipende anche dalla sua libera volontà . Per molti è una tentazione irresistibile fare il contrario di ciò che fanno tutti per il solo gusto di distinguersi dagli altri. Tutto questo deriva dalla volontà di non obbedire o di contrapporsi.
5 ‑ Una parola di Gesù - ‘Se il mondo vi odia, sappiate che prima ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Se essi hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo lo faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato. Se non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun peccato, ma ora non hanno scusa per il loro peccato, ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio. Chi odia me, odia anche il Padre mio. Chi disprezza voi, disprezza me’ (Giovanni 15,18‑24). Quindi tutto è sempre riconducibile alla figura di Gesù: segno di contraddizione; e per questo: ‘Beato chi non si scandalizzerà per causa mia’!