Quinta Domenica fra l'anno

Posted by Padre Eugenio Cavallari on 1 February 2018

verdeGuarì molti che erano afflitti da varie malattie

Letture: Giobbe 7, 1‑4.6‑7; 1Corinzi 9, 16‑19.22‑23; Marco 1, 29‑39.

1 ‑ Giobbe ‑ La figura di quest’uomo assurge a crudo simbolo della condizione umana, preda impotente di tutte le devastazioni fisiche e morali, ma soprattutto modello dell’uomo giusto, provato da Dio. Giobbe è sì l'uomo malato nel corpo e nello spi­rito, ma che geme profondamente e sospira un Salvatore. Gesù è il vero Giobbe, che ha assunto in sé tutte le miserie e sofferenze umane per redimerle, liberandone l’uomo. Giobbe impersona anche la filosofia dell’uomo, vittima del male, autodistruttiva e tipica di coloro che non contano più né su Dio né sugli uomini: la vita è duro lavoro, regala solo mesi d’illusione e notti di dolore, non dà il tempo necessario per veder compiuti i progetti, non promette un solo gior­no di felicità... Ma il vero Giobbe rispunta proprio da quell’immondezzaio su cui egli giace: non accetta, non si rassegna, si sente onesto, fa un appello umile e accorato a Dio: ‘Ricordati, Signore, che un soffio è 1a mia vita’! La vita umana allora si trasforma da un esile respiro ad un ‘soffio di Spirito Santo’.

2 - Il Medico dell’uomo – Continua lo spettacolo evangelico  di Cafarnao, primo teatro che riassume la missione di Gesù: ‘Gli portarono tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano afflitti da varie malattie’. Gesù si impone in pochi tratti come l’unico medico, in grado di curare tutte le malattie dell’intelligenza, del cuore, del corpo! Egli è venuto ‘per gli ammalati, non per i sani’. Anche Paolo si sente chiamato alla stessa missione: ‘Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli, mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno’. La Chiesa da quel giorno è diventata la grande clinica dello spirito, ove Dio opera, a cielo aperto e a cuore aperto, qualsiasi intervento per curare i malanni dell’uomo.

3 – Tutti ti cercano! – L’esclamazione degli apostoli, rivolta a Gesù, esprime la situazione più universale dell’uomo. Anche all'origine della ricerca di Cristo c’è un’ansia di redenzione e di assoluto, che nasce dal profondo del cuore umano. Ma qual è in fondo la causa vera e profonda di tutte le malattie, sofferenze e infelicità dell'uomo? Essa risiede proprio nel ‘divario’ e­norme, che esiste tra ciò che egli desidera e ciò che in realtà ottiene dalla vita. La reale malattia del cuore umano è di essere fatto per l'infi­nito e di sentirsi prigioniero del finito. Da qui ha origine la sofferenza vera di ogni uomo: esso è ‘malato d’amore’ per l’infinito, come dice la sposa del Cantico dei Cantici. E Agostino mette sulle nostre labbra la preghiera giusta, fin dall’esordio delle Confessioni: ‘Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te’ (1,1,1).

4 ‑ La medicina ‑ L’uomo non sarà mai felice, cioè non starà mai bene, finché pretende di colmare il suo cuore con beni finiti: la ricchezza, i piaceri, il culto del proprio io e della propria libertà. La terapia d’urto, che offre Cristo fin dall’inizio della sua vita pubblica, parte invece: a) da un positivo e radicale rinnegamento del proprio egoismo per uscire fuori dalla propria individualità e liberarsi da tutto ciò che rende schiavo l'uomo; b) poi invita a puntare tutto sul dono di sé, il vero amore, la vera felici­tà della vita. Ed ecco in quali termini: ‘Cercate prima di tutto il Regno di Dio, e tutte queste  cose vi saranno date in sovrappiù - Chi vuol essere primo si faccia ultimo e servo di tutti’.

5 ‑ Punti concreti ‑ a) Diamo un senso compiuto e una finalità d’amore a tutto ciò che facciamo; b) nei momenti della  prova aggrappiamoci a Cristo, reagendo dal di dentro a tutto ciò che è negativo; c) avviciniamo chi soffre o ha bisogno di aiuto per riceverne stimoli positivi; d) accettiamo fino in fondo noi stessi e costruiamo la vita su valori eterni.

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