Seconda Domenica di Natale

Posted by Padre Eugenio Cavallari on 4 January 2016

gialloDalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto, e grazia su grazia    

Letture: Siracide 24, 1-4.8-12; Efesini 1, 3-6.15-18; Giovanni 1, 1-18

1 – La colonna della verità – Il libro del Siracide descrive la vita divina della Sapienza, che è il Verbo di Dio fatto uomo: Gesù redentore. La scena lo rappresenta al centro dell’assemblea celeste e terrena: ‘La sapienza loda se stessa e si esalta in mezzo al suo popolo da una colonna di nubi’. La colonna delle nubi è immagine delle verità misteriose e infinite dei pensieri di Dio. Essi illuminano le menti di tutte le anime, fatte precisamente per pensare con i pensieri di Dio. Questa sapienza poi ‘officia nella tenda santa davanti a lui, e ha posto la sua dimora nella città amata’: la Chiesa. Ecco il tesoro inestimabile di luce vera, che Gesù porta con sé a Natale e i nostri cuori posseggono mediante la fede: ‘Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore, sua eredità’ (Siracide).

2 – La benedizione divina – Anche Paolo sviluppa lo stesso concetto, vedendolo come una grande benedizione. Nel linguaggio biblico, la benedizione è sempre un dono, che viene elargito per creare o aumentare la vita: ‘Benedetto sia Dio, padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo’ (Efesini). Questa benedizione si articola in quattro fasi: a) siamo stati scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati davanti a lui, b) predestinati ad essere suoi figli adottivi in Gesù, c) chiamati a far parte della sua Chiesa, d) eletti nella sua grazia in ogni giorno della nostra vita. Paolo esprime anche un augurio e una preghiera: ‘Il Padre di Gesù vi dia uno spirito di sapienza e rivelazione per una più profonda conoscenza di Lui’. Ecco il lavoro incessante della nostra vita interiore: entrare dentro la Parola di Dio, cioè nel pensiero di Gesù. Non c’è da fare altro che questo: divorare con avidità insaziabile tutta la Bibbia!

3 – La pienezza del Verbo – Il brano evangelico è il celebre Prologo, col quale esordisce il quarto Vangelo di Giovanni. Esso descrive l’Incarnazione della sapienza celeste, il Verbo fatto uomo, e l’accoglienza o il tragico rifiuto che gli riservano gli uomini di ogni tempo: ‘In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio… La sua vita è la luce degli uomini...Venne fra la sua gente, ma i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio... Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto, e grazia su grazia’. Gesù dunque è il principio della vita di ogni uomo, è la luce della verità per l’intelligenza, è la norma e guida dell’azione per la volontà: ‘Senza di lui nessuno viene all’esistenza, nessuna cultura educa, nessuna prassi giova. Egli si cerchi perché in lui tutto per noi è stabile, egli si guardi perché in lui tutto è per noi intelligibile, egli si ami perché in lui tutto per noi è onesto’ (S. Agostino, Città di Dio 8,4)..   

4 – ‘Ma, voi, chi dite che Io sia’? – Gesù oggi ripete a noi questa stessa domanda, cui si può rispondere esaustivamente se si tengono presenti i tre aspetti del problema: Gesù è Dio – Uomo - Salvatore. Non si spiega altrimenti il grande viaggio, compiuto dal Verbo dalla casa del Padre fino alla tenda dell’uomo: esso è frutto del suo infinito e gratuito amore misericordioso. Se Lui non avesse raggiunto l’uomo, questi non avrebbe mai potuto risalire a Dio. Ora, Gesù è certamente un personaggio scomodo perché ci propone il suo stesso modo di vivere e di morire per amore. Cosa diametralmente opposta alla cultura dell’egoismo. Questa fede in Gesù esige che l’uomo si riconosca effettivamente: creatura di Dio (bisognosa di tutto), peccatore (bisognoso di perdono)  e riconosca Cristo come unico maestro e medico celeste Tre ordini di ragioni che devono essere accolte lucidamente in tutta la loro portata: ‘Riconosci ciò che sei. Riconosciti debole, riconosciti uomo, riconosciti peccatore; riconosci che Cristo giustifica, riconosci che sei macchiato’ (Agostino, Disc. 137,4,4). La fede in Cristo si traduce in un identico nostro modo di pensare e di vivere: come Lui.

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