Seconda Domenica di Pasqua

Posted by Padre Eugenio Cavallari on 27 April 2019

gialloBeati quelli che, pur non avendo visto, crederanno

Letture: Atti 5,12‑16; Apocalisse 1,9-11a-13.17‑19; Giovanni 20,19‑31.

1 ‑ La Pasqua continua ‑ Sarebbe poca cosa celebrare la Pasqua per un giorno solo, ricordando semplicemente il fatto storico della risurrezione di Gesù da morte. Ogni Pasqua deve essere celebrazione del mistero di Cristo perennemente vivo e risorto, continuamente presente in mezzo agli uomini. Per questo gli Atti degli Apostoli ci dicono che anche ‘quando Pietro passava, bastava che la sua ombra coprisse qualche ammalato perché guarisse’. In ogni cristiano e persona onesta di fatto passa e agisce Cristo risorto, e tutti vorrebbero avvertire questo passaggio potente del Signore fra noi!

2 ‑ La prova di Tommaso ‑ Voler ‘toccare con mano’ il Signore, anche se in maniera diversa da quella dell’apostolo Tommaso, non è tanto segno di incredulità o eccessiva credulità, quanto di piena maturità spirituale. ‘Vedere il Signore’ equivale a trattare abitualmente e intimamente con Lui nel più profondo del cuore e nel vertice più alto della libertà. Ora, vivere alla sua presenza in grande intimità è sempre stato considerato roba da mistici, quasi un argomento-tabù per la maggior parte degli uomini. Oggi non deve essere più così. Infatti tutti cercano continuamente il Signore e vogliono vederlo ventiquattr’ore su ventiquattro. Essi ne hanno il diritto e la possibilità nella misura in cui mantengono un cuore puro, umile e orante.

3 ‑ Fede pasquale ‑ C'è un’enorme differenza tra la fede sbiadita nelle parole di quel grande personaggio storico che è Gesù e la fede vibrante, da innamorati, che ti mette in comunione vitale con Lui, ti fa ascoltare la sua viva voce dentro il cuore e attraverso i fatti del giorno, te lo fa vedere negli altri, te lo fa toccare con mano in ogni istante della vita, ti fa innamorare perdutamente di Lui. Una fede che sempre ti fa esclamare con tanta gratitudine e sorpresa: ‘Mio Signore e mio Dio’! Questa è in definitiva la lezione che ci dà Tommaso: non si dà pace finché non è un tutt’uno con Gesù. Ecco la fede pasquale che dobbiamo conquistare per sempre.

4 ‑ Ricevete lo Spirito Santo ‑ La Pasqua porta con sé una enorme gioia perché Cristo, attraverso il  sacramento del perdono, fa risorgere spiritualmente e sempre tutti gli uomini. Appunto la gioia di sentirci, prima di tutto, sempre perdonati da Dio e liberati sia dal peso che dalle conseguenze delle nostre colpe; poi ricreati nel profondo, restituiti alle energie più fresche, di nuovo pieni di entusiasmo e voglia di vivere. Il frutto migliore della Pasqua è la pienezza del perdono nello Spirito Santo.

5 - Punti concreti - a) Vivere costantemente alla presenza di Dio, ascoltarlo nel cuore, pensare spesso a Lui, fare tutto per amor suo, dire frequenti giaculatorie usando queste espressioni: ‘Signore, fatti sentire; stammi vicino; tutto per amor tuo’. b) Davanti ad ogni fratello devo sentirmi come davanti a Dio. c) Per me essere coerente deve significare amare Dio sul serio, fino in fondo; d) Il modo migliore e più concreto per realizzare questo obiettivo è partecipare spesso alla messa e ai sacramenti per vivere un contatto straordinario con Gesù, che ci parla e offre se stesso per noi.

Tags: