Seconda Domenica fra l'anno

Posted by Padre Eugenio Cavallari on 18 January 2020

verdeEcco l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo

Letture: Isaia 49,3.5-6; 1 Corinzi 1,1‑3; Giovanni 1,29‑34.

1 ‑ L'agnello pasquale ‑ Giovanni Battista presenta al mondo Gesù come l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo: figura commovente della dolcezza, mansuetudine e innocenza del Redentore. L'immagine dell'agnello, preannunziato nel sacrificio di Isacco, rievoca il sacrificio pasquale degli ebrei, nel ricordo della liberazione dalla schiavitù dell'Egitto e, infine, la passione di Cristo sul Calvario, quale la descrive il profeta I­saia: ‘Egli sarà trafitto a causa dei nostri peccati, schiac­ciato per i nostri crimini; ma grazie alle sue piaghe noi saremo guariti’.

2 ‑ La colomba ‑ Mentre Gesù viene battezzato al fiume Giordano, Giovanni Battista vede lo Spirito Santo scendere come una co­lomba dal cielo e posarsi su di Lui. La colomba - che appare già a Noè con il ramoscello di ulivo dopo il diluvio universale - è il segno principe della pace fra cielo e terra, cioè del perdono di Dio che cancella i peccati del mondo, della misericordia infinita che Gesù Cristo dona agli uomini. Egli è il Servo di Dio e il Re di pace, perché prende su di sé i peccati dei singoli e dell'umanità e li espia sulla Croce, riconciliandoci con il Padre: per questo Egli ha posto la sua compiacenza nel Figlio. La pace riconcilia e salda i cuori di tutti nel Signore.

3 ‑ Il peccato ‑ Il racconto biblico del primo peccato, commesso dai nostri progenitori nel paradiso terrestre, è la adesione ad una perfida insinuazione del ­serpente infernale: ‘Sarete uguali a Dio, conoscerete il bene e il male’! Nello spirito umano si ripete sempre la stessa vicenda, che è all'origine di ogni scelta della libertà personale:o accettare la nostra posizione di creature finite o tentare di varcarne la soglia. È l'eterno mito del super-uomo. Ecco come S.Agostino definisce questo peccato e ogni peccato personale: ‘Voltare le spalle a Dio per volgersi alle creature, imitando Dio alla rovescia’ (Confessioni 7,16,22). La superbia è sempre l’unica­matrice di ogni peccato personale. Questa opzione fondamentale  è la scelta di fondo, che condiziona tutta la nostra vita: o con Dio o contro Dio. Essa sconvolge in profondità il rapporto di ciascun uomo con se stesso, con gli altri, con Dio.

4 ‑ I peccati ‑ La storia dell'umanità è una dolente e tragica li­sta di tre categorie di peccati umani: un fratello uccide il fratello (Caino e Abele), l'uomo uccide Dio (la morte in croce di Gesù Cristo), l'uomo fa del male a se stesso (nel corpo e nello spirito). Il problema non è quello di imbrigliare fisicamente l'uomo per­ché diventi innocuo, ma di liberarlo interiormente perché non sia più schiavo del peccato. Per questo il Figlio di Dio si è fatto uomo ed è morto sulla Croce: per liberare l’uomo dalla morsa mortale del peccato! Il sacramento del battesimo ci ha liberati dal peccato originale, il sacramento della riconciliazione ci libera dai peccati personali, restituendoci integralmente la liber­tà di figli di Dio.

5 ‑ Un esame sereno ‑ Parlare del peccato in una visione di fede e di libertà è un fatto molto positivo: se ho fatto il male perché devo conti­nuare ad ignorarlo o a dichiararmi impotente? Se prendo atto di un mio errore è perché ho la possibilità di porvi rimedio con la grazia di Dio e la mia buona volontà. Ma oggi si impone un esame su alcuni peccati tipici e macroscopici della nostra epoca: tutte le forme di ateismo, agnosticismo, amoralità e im­moralità; di assenteismo e omissione di responsabilità; di materialismo, individualismo e prepotenza. La prepotenza più audace è proprio quella di crederci padroni assoluti della vita. Per questo Agostino afferma che qualsiasi peccato è andare contro-natura (la propria e quella di Dio). L’unica risposta ‘naturale’ è nel Vangelo: ‘Ama Dio con tutto il cuore; ama il prossimo come te stesso’.

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