Sedicesima Domenica fra l'anno
Lasciate che l’uno e l’altra crescano insieme fino alla mietitura
Letture: Sapienza 12,13.16‑19;  Romani 8,26‑27; Matteo 13, 24‑43.
1 ‑ Il metodo divino ‑ Il conflitto tra fede e ragione, tipico di ogni esperienza religiosa, non è tanto dovuto alla insondabile profondità dei misteri rivelati quanto alla irriducibile diffeÂrenza fra il metodo di Dio e il nostro metodo: ‘I miei pensieÂri non sono i vostri pensieri’. Il conflitto emerge soprattutto a proposiÂto di alcuni problemi critico-etici: il male, il dolore, la morte, il comportamento di Dio con i buoni e i cattivi, il conflitto fra legge di Dio e libertà umana, fra giustizia e misericordia.
2 ‑ La soluzione ‑ Essa si trova nella lettura odierna della Sapienza: a) Dio cura talmente tutte le cose, che non deve difendersi dall'accusa di giudice ingiusto, b) l’onnipotenza di Dio è principio di giustizia, c) il dominio universale di Dio spiega la sua indulgenza, d) Dio interviene con forza quando l'insolenza umana vuole soÂstituirsi alla sua onnipotenza: ‘Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo che il giuÂsto deve amare gli uomini, inoltre hai reso i tuoi figli pieni di dolce speranza perché tu concedi dopo i peccati la possibilità di pentirsi’.
3 - Il grano e la zizzania ‑ Questa parabola ci spiega perché Dio tollera il male nel mondo: ‘Lasciate che crescano insieme’. Si direbbe che il bene e il male devono comportarsi da fratelli. In effetti, Dio sa produrre il bene anche dal male; e poi la convivenza fa bene ad ambedue: i buoni costituiscono uno stimoÂlo salutare per i cattivi, mentre i cattivi sfidano continuamente i buoni a dare il meglio di sé. D'altra parte, l'unico motivo per cui Dio tollera il male e i cattivi è perché anch’essisono costretti (e Satana lo è in prima persona) a collaborare al progetto divino della salvezza. Questa parabola infine è fondamentale per capire la Chiesa: convivenza di bene e di male, non circolo chiuso per gli eletti e i perfetti.
4 ‑ Il chicco di senape ‑ Il bene è il chicco più piccolo, destinato a diventare l'albero più grande. Non facciamo mai l'errore madornale di misurare il bene con criteri di grandezza umani: il bene, per quanto piccolo sia, ha in sé qualcosa di infinito, di indistruttibile. Quindi, anche un bicÂchiere d'acqua, dato per amor di Dio, ha una efficacia incalcoÂlabile. Soprattutto per gli effetti benefici in chi lo compie. Un gesto di bontà pesa più di tutto l'odio della terra!
5 ‑ Il lievito ‑ Il bene è anche fermento buono, che deve essere nascosto nella massa per trasformarla in sé. Basta una misura minima, un pizzico, che però ha il potere di far lieÂvitare tutta la realtà . Chi è, in fondo, il lievito divino? E’ lo Spirito Santo, il quale suscita nel cuore dell’uomo i desideri di Dio e li trasforma in una vita di qualità divina e trinitaria. Lievito buono deve essere anche ogni credente, ogni uomo di buoÂna volontà , ogni onesto, i quali animano con l'esempio il loro ambiente di vita.