Sesta Domenica di Pasqua

Posted by Padre Eugenio Cavallari on 8 May 2021

gialloCome il Padre ha amato me, così amatevi gli uni gli altri

Letture: Atti 10, 25-27. 34-35.44-48; I Giovanni 4, 7-10; Giovanni 15, 9-17.

1 - Come...così - Siamo ancora nel cenacolo dell’ultima Cena per ascoltare il passo più sublime del discorso di Gesù: ‘Come il Padre ha amato me, così amatevi gli uni gli altri’. Adesso entriamo nel fondo del mistero inaccessibile di Dio: Gesù ci ha amati con la stessa intensità con cui il Padre lo ha amato. Sembrerebbe incredibile se non fosse stato Lui a rivelarcelo. E questo amore comune del Padre e del Figlio, donato a noi, è proprio lo Spirito Santo, forza divina di amare tutti! Il ‘come’ dell’amore di Dio diventa il ‘così’ dell’amore umano!

2 - Una storia d’amore - Pensiamo all’amore di quel Padre che genera in Sé, fin dall’eternità, il proprio Figlio e poi lo genera per noi, nel tempo, fatto uomo da Maria Vergine. Questo frutto benedetto dell’Amore infinito di un Padre, Gesù Cristo, viene offerto sulla croce perché tutti gli uomini abbiano la nuova Vita e rinascano come figli di Dio: ‘Carissimi, l’amore è da Dio; chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio perché Dio è amore’ (I Lettera di Giovanni). La nostra fede è ‘riuscita’ a farci avvertire qualche cosa di questo amore infinito che Gesù ha per noi?

3 - La grazia d’inizio – Essa è duplice perché Dio ci ha creati e ci ha redenti: ‘In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati’ (I Lettera di Giovanni). Il peccato è l’impedimento ad amare Dio e gli altri; invece l’amore di Dio è la nostra forza di amare. Perciò il Suo amore è l’inizio, il sostegno, lo sbocco di tutta la nostra capacità concreta di amare: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga” (Vangelo). Agostino scava ancor più in profondità: ‘Riconosciti debole, riconosciti uomo, riconosciti peccatore; riconosci che Cristo giustifica, riconosci che sei macchiato’ (Discorso 137, 4, 4).

4 - L’eterna domanda - Che cosa vuol dire: amare? Risponde Gesù: ‘Amare vuol dire offrire la vita per i propri amici’. Di questa categoria di ‘amici di Gesù’ naturalmente fanno parte anche… i nemici, quelli che rinnegano l’amore! Quindi l’amore vero, alla maniera di Dio, è anche il perdono. Il miracolo dell’amore è far sì che, in questo dono reciproco, si riversi su ciascuno una ricchezza enorme. Infatti l’amore, per sua natura, dilata il cuore di chi ama e lo rende sempre più capace di amare. Se il mondo accettasse questa logica, conoscerebbe una nuova stagione di civiltà e molti problemi sarebbero finalmente risolti. L’amore di Dio è la prima grazia di portare a tutti questo nuovo modello di vita, e di non scoraggiarsi se altri non rispondono o non credono all’amore. Così ciascuno di noi sarà capace di essere ‘primo’ nell’amare gli altri.

5 - Due protagonisti - Il linguaggio usato da Gesù è un’allusione evidente allo Spirito Santo: Amore che procede dal Padre e dal Figlio ed è donato a noi. Con Lui è facile pensare anche all’amore di una creatura: Maria, Madre per eccellenza. Ella ci ricorda che Dio ha, non solo un amore di Padre, ma un amore di Madre, e la Chiesa è la manifestazione piena di questo amore materno. Ne consegue allora che ciascuno di noi deve essere una madre per gli altri. A tutti i livelli si deve compiere la formula di Gesù: ‘Come...così’.

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