Solennità di Pentecoste

Posted by Padre Eugenio Cavallari on 19 May 2018

rossoFurono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare

Letture: Atti 2, 1-11; Galati 5, 16-25; Giovanni 15, 26-27; 16, 12-15

1 - La nuova creazione - Nel giorno di Pentecoste, festa dei doni del cielo e della terra, Gesù mantiene la promessa: invia lo Spirito Santo, Amore del Padre e del Figlio, pienezza di vita divina donata ai credenti. La Pentecoste è il primo giorno di una nuova creazione: gli uomini sono chiamati a vivere fin d’ora la stessa vita di Dio. Ora, l’amore di Dio è la sua stessa natura, quindi è anche la vita dello spirito umano, fatto ad immagine di Dio: ‘Se togli loro lo spirito, muoiono e ritornano nella loro polvere. Mandi il tuo spirito, sono creati e rinnovi la faccia della terra’ (Salmo 103).

2 - Il suo nome - Gesù chiama lo Spirito Santo con il nome di Paràclito, ossia avvocato e consolatore. Egli infatti è Dio, che si china sulle sue creature con tenerezza e misericordia per difenderle e sorreggerle: perdono divino che restituisce la pace del cuore, la consolazione nelle prove, la forza nelle persecuzioni, la luce nelle tenebre e nelle contraddizioni. Ancora: Egli è il nostro dolce ospite, l’amico, il difensore, il direttore spirituale; quindi a Lui va riferita tutta l’azione nell’ambito della natura umana e della grazia divina. S. Paolo al riguardo distingue così l’azione dello Spirito Santo: ‘Vi è una diversità di carismi, ministeri e operazioni, ma uno solo è lo Spirito, che opera tutto in tutti’. Fra essi ricordiamo: i sette doni (sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timore di Dio), i carismi (profezia, insegnamento, discernimento, autorità e guida spirituale), i ministeri dell’apostolato (lettore, accolito, esorcista, diacono, sacerdote, vescovo), le quattordici opere di misericordia (dar cibo, acqua e vestito, alloggiare i senza-tetto, visitare gli infermi e i carcerati, seppellire i morti; consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e i morti), i dodici frutti dello Spirito Santo: amore, gioia, pace, pazienza, longanimità, bontà, benevolenza, mitezza, fedeltà, modestia, continenza, castità.  

3 - Ieri e oggi - I segni che manifestano la prima Pentecoste, effusione straordinaria dello Spirito Santo, sono tre: un rombo di vento impetuoso, le lingue di fuoco sul capo degli apostoli, la capacità di parlare un linguaggio nuovo e unico che tutti intendono. Il commento della folla è stato questo: ‘Li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio’. S. Agostino spiega così questi segni: ‘Quel vento monda i cuori dalla paglia carnale; quel fuoco brucia il fieno dell’antica concupiscenza; quelle lingue preannunziano la Chiesa che sarà presente nelle lingue di tutti i popoli’ (Discorso 271,1). Oggi continua senza dubbio una Pentecoste straordinaria dello Spirito Santo nella Chiesa e nel mondo. Da una parte assistiamo al cumulo di macerie morali e sociali di una cultura anti-uomo, che costruisce barriere e divisioni, dall’altra sale e cresce la tensione della verità e dell’amore, che conduce al bene e realizza la pace dell’unità. Il fuoco della Pentecoste lo si può ravvisare nel clima generale di risveglio e di fervore nel campo della fede e della giustizia, dell’unità e della pace, insomma dei valori dello spirito che Dio semina e promuove a tutti i livelli. Possiamo veramente dire con il salmista: ‘Del tuo Spirito è piena la terra’!

4 - Spirito e Corpo - S. Paolo spiega anche quale è il tipo di effusione dello Spirito Santo e la sua finalità: ‘A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune. E in realtà tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo’. Questa è la grande opera di Dio che ciascuno di noi deve annunziare: il proprio dono va impiegato per il bene di tutti, per diventare un solo corpo, cioè una sola famiglia, un cuor solo e un’anima sola. Ciascuno e tutti siamo la Pentecoste, non solo perché riceviamo l’effusione gratuita della Spirito Santo, ma perché mettiamo in comune i nostri doni. Il corpo della Chiesa è vivificato perennemente dallo Spirito Santo

5 - Punti concreti - La nostra vita spirituale ha come centro lo Spirito Santo, che abita nel cuore, e noi siamo suo tempio. Verifichiamo se utilizziamo pienamente i suoi doni e rispondiamo positivamente alle ispirazioni che incessantemente ci offre questo magnifico ‘direttore spirituale’. Inoltre verifichiamo quale è il nostro ruolo nella comunità civile ed ecclesiale, dal momento che tutti siamo famiglia di Dio e quindi siamo responsabili del buon andamento di questa famiglia (caseggiato, parrocchia, diocesi).

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