Trentatreesima Domenica fra l'anno

Posted by Padre Eugenio Cavallari on 15 November 2018

verdeIl Figlio dell’uomo riunirà i suoi eletti

Letture: Daniele 12, 1-3; Ebrei 10, 11-14.18; Marco 13, 24-32.

1 ‑ Il ritorno ‑ Il profeta Daniele descrive a grandi tratti gli ultimi eventi della storia: ‘Sorgerà Michele... e vi sarà un tempo di angoscia... In quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro... Quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno: gli uni a vita eterna e gli altri alla vergogna e per l'infamia eterna’. Anche Gesù riprende il discorso in blocco e lo completa: ‘Vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria’. In questa sintesi emergono tutti i ‘Novissimi’: morte, risurrezione finale dei corpi, giudizio, inferno, paradiso. 

2 – Vieni, Signore Gesù ‑ Questa preghiera dell’Apocalisse, fatta propria dalle prime comunità apostoliche, è carica di attesa fiduciosa e di impaziente speranza. Essa delinea esattamente lo stato d’animo del cristiano in attesa dell’incontro finale e definitivo con Gesù, giudice e salvatore: vigile e operoso impegno per essere pronti nell'ultimo giorno ad entrare nella vita eterna, superando il giudizio di Gesù, giudice giusto e misericordioso. Il giorno della morte diventa il giorno più importante della vita, il Giorno del Signore Risorto! In esso incontriamo definitivamente il Signore per essere sempre con Lui e fra noi.

3 ‑ Senza paura ‑ Non possiamo negare che queste realtà assumono ancora una funzione più negativa che positiva, incutono paura più che infondere coraggio e serenità. Ne consegue che tutta la nostra vita è condizionata da ‘questa’ inconfessata paura. Crediamo di esorcizzare la paura rimuovendo il pensiero della morte. Ancora una volta il Signore ce ne parla per sbloccare il cuore e liberarlo dalla angoscia che lo stringe. In questa visione, più che di fine, si tratta di inizio; più che di sorpresa si tratta di desiderio di riabbracciare il Signore che mi attende: ‘Chi è senza preoccupazione aspetta tranquillo l'arrivo del suo Signore. Che sorta di amore per Cristo sarebbe il nostro amore, se temessimo che egli venga’(Agostino, Comm. Sal. 95,14)?

4 ‑ Le coordinate ‑ Il discorso dei Novissimi è salutare proprio perché restituisce tutto il suo valore alla nostra esistenza sulla terra. La domanda, che affiora dalla mente e dal cuore, è infatti conseguenza di una esigenza preliminare per fare chiarezza una buona volta sul destino che ci attende: quale senso ha la vita? quale futuro è davanti a me? La risposta nasce dal cuore, come un’esigenza del tutto insopprimibile, appena avverte di essere fatto per l'infinito. Giustamente Agostino imposta tutta la sua vita su questa intuizione certa e primordiale del suo e nostro cuore: ‘Ci hai fatti per Te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te’v(Confessioni 1,1,1). La contestazione attuale, in fondo, è una conferma indiretta, ma eloquente, che il mondo non basta! La vita umana deve svilupparsi su due coordinate: l'eterno e l’universale. Se così non è, siamo nell’assurdo totale: non conviene assolutamente prendercela tanto, quando si sa che tutto un bel giorno finirà.

5 ‑ Un'altra morte ‑ La grande lezione della morte, unica e diversissima, di Cristo consiste in questo: essa è l'offerta suprema della sua vita per la salvezza del mondo. Questa nuova morte, celebrazione di tutta la vita cristiana, dona un senso compiuto alla vita sulla terra e ci riscatta dalla paura di morire, di perdere la vita. Essa infatti è già offerta in dono, per amore, fin dal primo giorno di vita. Gesù, poco prima di morire, ne enuncia il principio: ‘Chi ama la sua vita, la perde; chi perde la sua vita per causa mia e del Vangelo, la salva’ (Vangelo di Giovanni).

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