Ventesima Domenica fra l'anno

Posted by Padre Eugenio Cavallari on 26 August 2017

verdeDonna, grande è la tua fede!

Letture: Isaia  56, 1.6‑7;  Romani  11, 13‑15.29‑32;  Matteo  15, 21‑28.

1 ‑ La vera religione ‑ Il profeta Isaia proclama il criterio, sempre valido per tutti, in base al quale sentirci veramente ‘religiosi’ graditi a Dio: ‘Osservate il diritto e la giustizia. Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo, per amare il nome del Signore e  per essere suoi servi...li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera’. Tutti i popoli saranno giudicati in base a questo unico criterio: il diritto della verità e la giustizia dell’amore.

2 - Un esempio ‑ La storia del popolo ebraico dimostra che Dio non fa preferenza di persone. Egli è sempre disposto a perdo­nare le infedeltà, ma chiede al suo popolo la conversione sin­cera. Se questa condizione non si realizza, Egli dà ad altri la sua amicizia. La storia si ripete oggi con i popoli ‘cristia­ni’. Ascoltiamo S. Paolo: ‘Se il loro (degli ebrei) rifiuto ha segnato la riconciliazione del mondo (pagano), quale potrà mai essere la loro riammissione, se non una risurrezione dai morti? Perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili’!

3 ‑ La donna cananea - Essa rappresenta l'umanità, che ha opposto un rifiuto ingiustificato all'amore di Dio ma, al tempo stesso,  vuole con tutte le forze essere perdonata e accolta come figlia. Gesù la provoca a questo atto di amore: ‘Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ­ai cagnolini’.  Replica la donna: ‘E' vero, Signore, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni’. Ed ecco la risposta: ‘Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri’. La religione è nient’altro che questo: figli di Dio e fratelli fra gli uomini.

4 ‑ Una lezione per noi - Se ci sentiamo nella stessa condizione della donna cananea, diciamo al Signore il nostro pentimento con lo stesso umile ardire. Da qui ricomincia un rapporto corretto con Dio, che ci guarisce da ogni forma di pretesa o di ­privilegio nei confronti di Dio e di discriminazione nei confron­ti degli altri: ‘Dio ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per usare a tutti misericordia’ (S. Paolo)!

5 ‑ Le applicazioni ‑ Non si conciliano invece con questo sentimento religioso le concezioni di tipo razziale o nazionalistico o di classe. La diversa matrice religiosa troppe volte è un criterio per di­scriminare gli altri: cattolici e fratelli separati, cristiani ed ebrei, cristiani e seguaci di altre religioni, credenti e non credenti... La distinzione fra veri e falsi credenti (i figli e i cagnolini del Vangelo) va vista in questa luce. Un grande lavoro ci  attende in questo campo globalizzato, in cui siamo costretti a convivere e dialogare. Prima di tutto nessuna presunzione o fanatismo; poi cominciamo dal­la amicizia e dal rispetto sincero delle convinzioni altrui; infine costruiamo occasioni di dialogo e di collaborazione concreta a tutti i livelli.

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