Venticinquesima Domenica fra l'anno

Posted by Padre Eugenio Cavallari on 21 September 2017

verdeGli ultimi saranno i primi e i primi gli ultimi

Letture: Isaia 55, 6‑9;  Filippesi 1, 20-27;  Matteo 20, 1‑16.

1 ‑ La differenza ‑ Il Signore ci parla per bocca di Isaia spiegando così il suo comportamento, sempre largo di comprensione e perdono: ‘I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie’. Questo testo ci aiuta a capire la petizione centrale del Padre nostro: ‘Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra’. Certo, Dio è infinito in tutto e neppure il male è un ostacolo al suo amore. Anzi! Paradossalmente, si può affermare che, mentre per noi il  peccatore è l'ultimo di cui ci preoccupiamo, per il Signore è sempre il primo, in quanto ha più bisogno di salvezza.

2 ‑ A tutte le ore ‑ Il Signore quindi chiama l'uomo a collaborare con Lui alla salvezza del mondo, cominciando da quelli che hanno maggiormente bisogno di misericordia. L’ora di Dio non ha pause o rallenta­menti: ogni istante della vita singola e della storia umana è una formidabile chiamata alla perfezione! Ora, se è vero che Dio chiama a tutte le ­ore della vita, è ancor più vero che ciascuno di noi deve sentirsi invitato fin dalla prima ora e in ogni istante della giornata. Come nella vita ci sono delle ore che scandiscono meglio i compiti più importanti, così nella parabola evangelica ci sono delle ore che scandiscono meglio la passione di Gesù e nostra: l’aurora (l’inizio del processo), le nove (la condanna), il mezzogiorno (la crocifissione), le tre (la morte) e le cinque del pomeriggio (la sepoltura). Ogni uomo è chiamato a rivivere qualche momento della passione del Signore!

3 ‑ La stessa paga ‑ Trattandosi della salvezza dell'uomo, si può ben dire che ‘la paga’ per il lavoro svolto è la salvezza stes­sa. Uno non è più o meno salvo: è salvo e basta! La paga - il denaro uguale per tutti ‑ è Dio. La sua generosità non solo non è mancanza di giustizia, ma piuttosto somma giustizia: ‘Sei invidioso perché io sono buono’? In cielo non ci sarà fortunatamente il misurino delle nostre meschinità, ma lo ‘Spirito senza misura’ per tutti.

4 ‑ E io? ‑ Il nocciolo della parabola è proprio qui: io sono già stato chiamato al lavoro fin dal giorno del battesimo. Come ho risposto? In questo momento la Chiesa e il mondo non possono fare a meno di nessuno. L'apporto di ciascuno è quindi indispensabile per risolvere gli immen­si problemi causati dal solito egoismo e dalle infinite ‘omissioni di soccorso’. Nella parabola evangelica non c'è uno solo dei chiamati che non va­da subito al lavoro. Se fosse così anche oggi... L’invito dun­que è rivolto prima di tutto agli sfaccendati di professione o ai disoccupati dell'ora presente. Quanti posti vuoti, quante persone che attendono di essere aiutate! Preghiamo perché tutti sentano il bisogno di rispondere subito all’appello di Dio.

5 ‑ Punti concreti - La Chiesa offre a ciascuno una gamma ricchis­sima di possibilità concrete nel campo della catechesi, della educazione, del servizio caritativo e sociale, delle missioni. Le diocesi e le  parrocchie si preparano ogni anno a dare avvio a un nuovo anno pasto­rale, che deve essere un ‘voltare pagina’.  Ciò sarà possibi­le soltanto se si potrà contare sull'apporto di tutti: prima con la testimonianza della vita e poi con l’apostolato attivo. ‘Il senso profetico dell'uomo nuovo ci viene proposto in ogni istante al nostro fiat come se fosse il primo giorno’ (Emmanuel Mounier).  Il Signore rinnova sempre l'invito fino alla fine: non eludiamolo.

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