Ventinovesima Domenica fra l'anno

Posted by Padre Eugenio Cavallari on 21 October 2017

verdeDate a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio

Letture: Isaia 45, 1.4‑6; 1 Tessalonicesi 1, 1‑5;  Matteo 22, 15‑21.

1 ‑ Dio e Cesare ‑ L’obiezione dei farisei: ‘È lecito pagare il tributo a Cesare’?  offre a Gesù l'occasione per dirimere una questione sempre attuale e assai delicata: il corretto rappor­to tra la sfera dello spirituale (Dio‑uomo) e 1a sfera del tem­porale (cittadino-Stato, politica‑economia). Ecco la risposta di Gesù: ‘Date a Cesare quel che è di Cesa­re e a Dio quel che è di Dio’. Come dire: la Chiesa non deve occuparsi di cose temporali, né lo Stato deve interferire nelle cose spirituali o di coscienza, ma ambedue devono collaborare alla educazione completa dell’uomo: anima e corpo. Oggi siamo ancora alla ricerca di un difficile equilibrio fra laicità e laicismo, fra religione e libertà di coscienza, fra coerente e coraggiosas testimonianza e fra l’eccesso del fondamentalismo e del fanatismo.

2 ‑ La grande paura ‑ I cristiani (almeno in Italia) soffrono anche di un ‘complesso storico’, perché pensano ad una inconciliabilità fra 1a vita di fede e una militanza politica. Si teme  di inquinare la coscienza cristiana, se si entra a far politica o a trattare con sistemi politici diversi da quello cristiano. Altro è il discorso di militare in movimenti o ideologie dichiaratamente atei o con scelte etiche non cristiane. La tensione si esprime con un  dualismo politico, culturale e religioso laico‑cristiano, ma dialogando per accogliere i valori comuni. Anche il bene comune e il bene privato devono andare d’accordo, in quanto anche il bene comune è bene personale. Occorre anche riba­dire che il cristiano deve essere in prima linea quanto ad im­pegno coraggioso, spirito d'iniziativa, stile di partecipazione nella vita pubblica.

3 ‑ Un nuovo spirito ‑ La gestione del mondo è affidata a ciascun uomo. È uno scandalo intollerabile che, ancor oggi, la maggior parte dei cristiani si disinteressi del bene comune. Bisogna sfatare un luogo comune, che costituisce un comodo alibi per troppi: le attività politico‑sociali sono appannaggio di coloro che hanno una specifica vocazione. In questo settore non è neppure più questione di ‘volontariato’: servizi così importanti non posso­no essere più facoltativi, ma ciascuno deve farsene uno stretto obbligo di coscienza.

4 ‑ La regola ‑ Una autentica comunità cristiana, che vive davvero la speranza messianica di Cristo, traduce in gesti di fraternità, solidarietà, giustizia sociale la sua presenza nel mondo. La meta da raggiungere è far sì che ciascuno impegni ‘qualche ora’ alla settimana per collaborare nei diversi settori. Non il molto fatto da pochi,  ma il poco fatto da tutti.

5 ‑ Punti concreti – La Chiesa più volte ha parlato dando alcune indicazioni precise, che qui si possono riassumere: a) seguire una linea fedele al Vangelo, b) privilegiare l’opzione per i poveri, né esclusiva né escludente, c) tra­sformare la società senza cadere in sistemi che privino l'uomo della libertà o lo sottomettano a programmi atei e materiali­stici, d) combattere la corruzione e la violenza nella vita pub­blica. Tutto ciò in uno spirito non concorrenziale, ma di cor­diale collaborazione. Il nostro ‘Cesare’ non è il potere, ma il prossimo!

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