Ventitreesima Domenica fra l'anno

Posted by Padre Eugenio Cavallari on 4 September 2016

verdeChiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo

Letture: Sapienza 9, 13‑l8b; Filèmone 9b‑10.12‑17; Luca 14, 25‑33.

1 ‑ La sapienza del cuore ‑ La liturgia della Parola ci impegna a scoprire bene nel nostro cuore questo grande dono di Dio: l’amore sapienziale della fede cristiana, e a viverlo in modo elevato e completo. Essa intanto ci insegna quale è il pensiero e il volere di Dio, poi ci aiuta a ‘rintracciare le cose del cielo, a contare i giorni della vita, a raddrizzare i sentieri di chi è sulla terra’. Tutto ciò è opera della fede, dono dello Spirito inviato dall’alto. Quindi il ‘cuore’, ove è racchiusa e custodita la sapienza, diventa il dono più prezioso dell’uomo, in quanto esso non è solo la sua capacità di amare, ma è la dimensione mistica che lo lega indissolubilmente ai valori divini ed eterni.

2 ‑ Discepoli di Cristo ‑ Parola di Gesù: ‘Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo’. Un linguaggio certamente ostico e netto, ma efficace. Come dire: il vero discepolo deve seguire prima di tutto Cristo nel suo amore supremo al Padre per salvare tutti gli uomini, cioè imitarlo in tutto. Nessuno può amare Cristo se gli preferisce se stesso o le creature.

3 ‑ Prigionieri di Cristo ‑ Ha ragione Paolo quando si definisce ‘prigioniero per Cristo Gesù’. Lui gli aveva donato infatti la vera libertà! Chi ama Cristo, si sente ‘prigioniero’ perché questo amore è esigentissimo; ma l'amore di Cristo è profondamente liberante perché libera gli schiavi delle passioni o degli uomini (come lo schiavo Onesimo), dando ad essi la vera libertà dei figli di Dio. Questo amore, che talvolta sembra quasi ‘odio’ verso il padre, i figli e se stessi, in realtà ci libera da ogni tipo di condizionamento interno ed esterno, facendoci riscoprire gli altri in una luce nuova: ‘Non più come schiavo, ma come un fratello carissimo; sia come uomo, sia come fratello nel Signore’ (Paolo).

4 ‑ Calcoliamo la spesa ‑ Non bastano certamente le sole forze umane a condurre a termine questa impresa, ma una grazia continua da parte di Dio. Il Vangelo ci esorta a rinunziare ‘ai propri averi’: progetti terreni, calcoli personali, vedute ristrette, per abbandonarci con assoluta libertà e fiducia alla grazia onnipotente di Dio. Preghiamo sempre e ascoltiamo in tutto i consigli di Dio, anche quando si tratta di ‘portare la croce’: ‘O Signore, rafforza per noi l'opera delle nostre mani’ (Salmo 89,17)!

5 ‑ Una domanda ‑ Siamo anche noi fra coloro che ‘hanno iniziato, ma non hanno saputo portare a compimento’ l'impresa gigantesca dell’edificazione della propria vita? Oppure stiamo  ridimensionando il ‘progetto umano‑cristiano’ della nostra vita per portarlo su comodi cliché di egoismo e quieto vivere secondo l’andazzo comune? Ci sentiamo con tutte le forze dentro il progetto cristiano di trasformare il mondo in una famiglia di figli di Dio? Il Signore ci chiama ancora tutti a questa impresa: ‘ritornate, figli dell'uomo’ (Salmo 89,3)!

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