Questa rubrica raccoglie alcune riflessioni sulla Parola di Dio festiva, preparate comunitariamente ogni settimana. Il sussidio vuole rispondere a una duplice esigenza, avvertita ormai da tutti: a) giungere all'ascolto della Parola di Dio della messa festiva avendola già meditata in modo serio e approfondito; b) adeguare sempre meglio l'omelia o la catechesi alla sensibilità e alle situazioni concrete dei fedeli. Il cammino compiuto da ormai quarant’anni ha dimostrato che tale metodo anche se non è l'unico o l'ottimo migliora la qualità e i contenuti dell'omelia. Così esso diventa un prezioso servizio che i laici offrono al sacerdote e il sacerdote offre alla comunità dei fedeli. Dopo questa esperienza in gruppo, si è sentita l'esigenza di offrire anche una "traccia" scritta perché la riflessione continui durante la settimana in famiglia. Ora il testo è disponibile attraverso internet: il nuovo ‘caminetto’, ove la famiglia può riunirsi attorno al fuoco dello Spirito Santo. Accogliamo l’invito della Chiesa preparando un cuore ben disposto all'ascolto vivo e vissuto della Parola di Dio.
Sesta Domenica di Pasqua
Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro ConsolatoÂre perché rimanga sempre con voi
Letture: Atti 8,5‑8.14‑17; 1Pietro 3,15‑18; Giovanni 14, 15‑21.
1 ‑ Il testamento di Gesù ‑ Quando un genitore parla per l'ultima volta ai figli, lascia in ricordo e in eredità spirituale l'esempio della sua vita e raccomanda loro di volersi bene, curando tutte le persone e i beni di famiglia. Gesù ha voluto fare di più: ci ha lasciato Se stesso e un ‘altro’ Consolatore, cioè lo Spirito Santo in persona, per mezzo del quale il Padre e il Figlio saranno sempre con noi. La Chiesa della Pentecoste diventa la nuova alleanza nello Spirito Santo: l’eredità stessa di Gesù sulla terra, che tutti dobbiamo curare e far crescere.
Quinta Domenica di Pasqua
Io sono la via, la verità , la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo mio. Io sono nel Padre e il Padre è in me
Letture: Atti 6,1‑7; 1Pietro 2,4‑9; Giovanni 14,1‑12.
1 ‑ Il commiato ‑ Gesù si congeda dagli apostoli due volte: prima della sua passione-morte e nell'imminenza dell'ascensione al cielo, assicurandoli però che sarà più che mai presente con loro in questa vita terrena. Infatti aggiunge: ‘Non si turbi il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e anche in me. Io vado a prepararvi un posto. Ritornerò un giorno e vi prenderò per sempre con me’ (Vangelo). Se la terra è stata la dimora del Figlio di Dio tra gli uomini, adesso il cielo diventerà la nuova dimora stabile degli uomini con il loro Dio, Padre e Salvatore. Ecco come prega Agostino in questo particolare clima spirituale, ove è sempre presente l’imminenza dell’ascensione al cielo: ‘SignoÂre, prepara noi per te; ma prepara anche te per noi, preparanÂdoti il posto in noi e preparando a noi il posto in te’ (Commento Vangelo Giovanni 68,3). Tutta la vita terrena è davvero un’intensa ascensione mistica verso Dio.
Quarta Domenica di Pasqua
Io sono la porta delle pecore; se uno entra attraverso me sarà salvo: entrerà , uscirà , troverà pascolo
Letture: Atti 2, 14a.36‑41; 1Pietro 2,20b‑25; Giovanni 10,1‑10.
1 - Pasqua dello Spirito - Quando Gesù muore sulla croce e risorge da morte effonde due volte lo Spirito Santo, poiché dona al mondo tutto il suo amore divino e umano: ‘Emise lo Spirito’. In particolare, nella sera di Pasqua, Egli dona agli apostoli il potere di rimettere i peccati. Ecco perché Pietro, dopo la Pentecoste, predica così a tutti: ‘Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo’. In tal modo la salvezza è offerta a tutti gli uomini attraverso il ministero degli apostoli e dei loro successori: ‘Per voi è la promessa - è ancora Pietro che parla ‑ e per tutti i vostri figli e per quelli che sono lontani’. Lo Spirito Santo è un duplice dono di misericordia e di vita nuova.
Terza Domenica di Pasqua
Lo riconobbero nell'atto di spezzare il pane
Letture: Atti 2,14.22‑33; 1Pietro 1,17‑21; Luca 24,13‑35.
1 - Emmaus ‑ La mattina di Pasqua, due discepoli ritornano a casa sconsolati: Gesù, in cui avevano riposto ogni speranza, è morto da tre giorni. Con lui, pensano, è morta ormai definitivamente la speranza in un vero liberatore dell’uomo da ogni forma di schiavitù. Ma, lungo la via del ritorno a casa dopo le feste pasquali ebraiche, un viandante sconosciuto si avvicina, e senza presentarsi chiede di che cosa stanno parlando. E così, per oltre dieci chilometri, si stabilisce fra lui e loro una fitta conversazione su quanto è accaduto a Gerusalemme nei giorni scorsi, non solo, ma anche sulla figura del Messia, come la Scrittura lo aveva annunciato da tempo. Giungono così a Emmaus e invitano lo sconosciuto a sostare in casa di uno di loro: ‘Resta con noi perché si fa sera’! Siedono a tavola. Ad un tratto: ‘Egli prese il pane, lo spezzò, disse la benedizione e lo diede loro’. In quel moÂmento i loro occhi si aprirono e lo riconobbero: sì, è proprio Lui, Gesù in persona!
Seconda Domenica di Pasqua
Tommaso, perché mi hai veduto hai creduto? Beati quelli che, pur non avendo visto, crederanno
Letture: Atti 2, 42-47; 1 Pietro 1, 3-9; Giovanni 20, 19-31.
1 ‑ Toccare con mano ‑ L'apostolo Tommaso, che vuole toccare con mano le ferite di Gesù risorto, assurge a simbolo di coloro che non credoÂno finché non ne hanno le prove tangibili ed evidenti. Molti, escludendo ogni tipo di fede, dicono anche oggi: ‘Dio non esiste perché non lo vedo, non lo sento, si disinteressa della sofÂferenza e dell'ingiustizia nel mondo, ci lascia a soffrire’; e ancora: ‘Cristo non è risorto perché non lo vedo nella mia vita; molte volte chi dice di credere in lui è peggiore degli altri e non sa perÂché crede’. L’elenco potrebbe continuare. A questo punto, sembra più giusto imitare l'atteggiamento di Tommaso, che cerca altre prove. In effetti, si tocca veramente Dio non con le mani ma con il cuore, cioè con la fede e l’amore.
La Risurrezione del Signore
Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù
Letture: Atti 10,34.37‑43; Colossesi 3,1‑4; Giovanni 20,1‑9.
1 - Il sepolcro vuoto ‑ Simon Pietro e Giovanni, informati dalla Maddalena, corrono al sepolcro la mattina di Pasqua e vi entrano per primi: lo trovano vuoto, ma notano la sindone e le bende, usate per la sepoltura di Gesù, poste con cura ai lati del letto tombaÂle. Per Giovanni questo è il ‘segno’ chiaro, lasciato da Gesù come documento della sua risurrezione: ‘Egli vide e credette’! Anche oggi il segno non cambia: il sepolcro vuoto di Gesù è la prova che Egli è risorto ed è vivente in mezzo a noi. TutÂto il creato è scosso da un nuovo fremito di vita divina: la morte è definitivamente vinta. Questo è il vero messaggio della Pasqua da tradurre nella vita di ogni giorno.
Domenica delle Palme
Cristo si è fatto obbediente fino alla morte di croce
Letture: Isaia 50,4‑7; Filippesi 2,6‑11; Matteo 26,14-27,66.
1 - La settimana santa - In essa seguiamo Gesù al termine della sua vita terrena: l'umile trionfo di Gerusalemme, i tre giorni di intensa preparazione con la preghiera e il riepilogo di tutta la predicazione, l'ordinazione sacerdotale degli apostoli e l’ultima cena, l'arresto nell'orto degli ulivi, il duplice processo, la condanna capitale, la flagellazione e le umiliazioÂni, il viaggio al Calvario, la crocifissione, morte e sepoltura: riposo dopo un lavoro felicemente compiuto. I sacramenti della Riconciliazione e della Eucarestia sono la ‘meÂmoria’ viva della nostra Pasqua con Gesù nato, morto, risorto.
Quinta Domenica di Quaresima
Io sono la risurrezione e la vita
Letture: Ezechiele 37,12‑14; Romani 8,8‑11; Giovanni 11,1‑45.
1 - Lo Spirito della vita ‑ Il profeta Ezechiele annuncia al popolo ebraico, che ha perduto ogni speranza di salvezza, un messaggio di risurrezione: ‘Io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio Spirito e rivivrete’. Oggi il Signore ripete la stessa parola all'umanità , che è preda della morte nel corpo e nello spirito: ‘Rivivrete’! La morte è la vera e irriducibile nemica dell'uomo. Lo è nel suo corpo: l’uomo muore di fame, di sete, di malattie; lo è nel suo spirito: esso muore quando si estingue la fede, la speranza, l’amore, l’eternità .
Quarta Domenica di Quaresima
Io sono venuto nel mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi
Letture: 1Samuele 16,1b.4.6‑7,10-13a; Efesini 5,8‑14; Giovanni 9,1‑41.
1 - Aprire gli occhi ‑ Il miracolo del cieco fin dalla nascita è esemÂplare perché evidenzia due tipi di cecità : quella involontaria e incolpevole che è l’incapacità fisica di vedere la luce, quella volontaria e colÂpevole che è il rifiuto della luce e dell’evidenza della verità . I veri ciechi, secondo Gesù, non sono i non‑vedenti, ma coloro che credono orgogliosamente di vedere e sapere tutto, in quanto pensano di essere infallibili e perfetti: ‘Se foste ciechi, non avreste alcun peccato, ma siccome dite: noi vediamo, il vostro peccato rimane’ (Vangelo).
Terza Domenica di Quaresima
Chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete
Letture: Esodo 17,3‑7; Romani 5,1-2. 5‑8; Giovanni 4,5‑42.
1 ‑ La samaritana - Gesù incontra una donna samaritana, venuta al pozzo di Sicar per attingere acqua. Essa aveva avuto cinque mariti e ora conviveva con un uomo che non era il suo sposo. Gesù chiede da bere proprio a lei, dimostrando subito di essere venuto per salvare prima di tutto i peccatori incalliti, travolti e assuefatti dal male, e poi ad abolire ogni distinÂzione fra ebrei e il resto del mondo: ‘Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana’? Al termine del breve soggiorno di Gesù in Samaria, anche gli abitanti della città esclamano: ‘Noi adesso crediamo perché abbiamo udito e sappiamo che tu sei il salvaÂtore del mondo’. Oggi vorremmo vedere anche noi questo spettacolo nella Samaria del mondo moderno: i laici, materialisti e atei, che toccano con mano la misericordia e la bontà di Dio!