Diciottesima Domenica fra l'anno
Io sono il pane della vita
Letture: Esodo 16, 2-4. l2-15; Efesini 4, 17. 20‑24; Giovanni 6, 24‑35.
1 ‑ La manna e le quaglie ‑ Il popolo d'Israele sta compiendo un lungo viaggio di purificazione dall'Egitto, terra d'esilio e di infedeltà, alla terra promessa della Palestina. Un viaggio che poteva durare al massimo qualche settimana; invece la prova nel deserto del Sinai dura quaranta lunghissimi anni a causa dell’infedeltà del popolo alla legge dell’alleanza: giorno per giorno, minuto per minuto, il popolo deve imparare ad affidarsi totalmente a Dio. E Dio risponde con un’azione miracolosa e continua verso il suo popolo, nonostante il ripetersi delle infedeltà e mormorazioni, mantenendolo in vita nel deserto, dove sarebbe impossibile sopravvivere con i mezzi umani ordinari. Il Signore un giorno assicura tutti per bocca di Mosè: ‘Al tramonto mangerete carne e al mattino vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore vostro Dio’. La fede fa piovere pane dal cielo oggi e sempre.
2 ‑ Il Pane vivo ‑ Anche Gesù, camminando spesso ‘in luoghi deserti’ con le folle della Galilea, moltiplica i pani e i pesci. E non una sola volta! Tanta abbondanza seduce ed entusiasma la gente: evidentemente seguire Cristo significa risolvere anche il problema del pane quotidiano… Ma Gesù li ammonisce a non pensare i miracoli in una dimensione materiale: ‘Cercate non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, che il Figlio dell'uomo vi darà’. Promessa mantenuta quando Gesù offrirà la sua vita sulla Croce per salvare il mondo: ‘Il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo’. Questo cibo lo riceviamo ogni qualvolta celebriamo la santa Messa e riceviamo Gesù nella SS. Eucaristia.
3 ‑ L'opera di Dio ‑ Gesù in persona, in ogni suo gesto e in ogni sua parola, compie perfettamente l'opera del Padre, che su di Lui ha posto il suo ‘sigillo’ definitivo. I miracoli ne sono solo un’ulteriore conferma, non l’unica e la più importante. E la gente gli chiede: ‘Che cosa dobbiamo fare allora per compiere le opere di Dio’? Risponde Gesù: ‘Questa è l'opera di Dio, credere in colui che egli ha mandato’. A Lui infatti è stata affidata la vita di ogni uomo: Lui è il Pane della vita, per cui chi si avvicina a Lui e si nutre di Lui, non avrà più fame e chi crede in Lui non avrà più sete. Il cuore, assetato di amore infinito e definitivo, sarà finalmente appagato. Allora diciamo anche noi: ‘Signore, dacci sempre questo pane di vita eterna, che sei Tu’!
4 ‑ L'uomo nuovo ‑ S. Paolo, scrivendo ai cristiani di Efeso, trae una conseguenza importantissima dal fatto di essere inseriti ‘eucaristicamente’ in Cristo, cioè come suo corpo: ‘Dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità della verità’. L’uomo nuovo è proprio il cristiano modellato sulla vita e sulla personalità di Gesù; l'uomo vecchio invece è l'uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici come i pagani, che corrono dietro alle vanità idolatriche. La vera ‘transustanziazione’ eucaristica non è solo la trasformazione della sostanza del pane materiale nella sostanza del Corpo di Cristo, ma è anche la trasformazione e assimilazione spirituale della nostra persona nella persona di Gesù Cristo. Questa trasformazione è un ‘fatto nuovo’, che deve diventare visibile a tutti!
5 ‑ Punti concreti ‑ a) La vita cristiana è un costante processo di assimilazione alla persona e all'opera di Cristo attraverso la preghiera, i sacramenti, la Parola di Dio e ogni attività familiare, professionale e apostolica. Tutto deve essere centrato in Gesù e fatto con Lui. b) L'Eucaristia deve quindi diventare il super-sostanziale ‘pane quotidiano’, altrimenti non sarà mai possibile essere uomini nuovi alla maniera di Cristo.