Questa rubrica raccoglie alcune riflessioni sulla Parola di Dio festiva, preparate comunitariamente ogni settimana. Il sussidio vuole rispondere a una duplice esigenza, avvertita ormai da tutti: a) giungere all'ascolto della Parola di Dio della messa festiva avendola già meditata in modo serio e approfondito; b) adeguare sempre meglio l'omelia o la catechesi alla sensibilità e alle situazioni concrete dei fedeli. Il cammino compiuto da ormai quarant’anni ha dimostrato che tale metodo anche se non è l'unico o l'ottimo migliora la qualità e i contenuti dell'omelia. Così esso diventa un prezioso servizio che i laici offrono al sacerdote e il sacerdote offre alla comunità dei fedeli. Dopo questa esperienza in gruppo, si è sentita l'esigenza di offrire anche una "traccia" scritta perché la riflessione continui durante la settimana in famiglia. Ora il testo è disponibile attraverso internet: il nuovo ‘caminetto’, ove la famiglia può riunirsi attorno al fuoco dello Spirito Santo. Accogliamo l’invito della Chiesa preparando un cuore ben disposto all'ascolto vivo e vissuto della Parola di Dio.
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Solennità di N.S. Gesù Cristo Re
Tenete saldo il dono della fede fino al mio ritorno
Letture: Ezechiele 34, 11‑12.15-17; I Corinzi 15, 20‑26.28; Matteo 25, 31-46.
1 - Regno di amore ‑ Gesù Cristo è veramente re e sovrano di tutta la creazione, quale può essere solo l'Amore infinito che dona la sua vita. La funzione primaria di questa regalità d'amore è di raccogliere in unità tutte le creature e consegnarle al Padre. Così Cristo Re è il vero buon Pastore: ‘Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò cura. Come un pastore passa in rassegna le sue pecore, così io radunerò da tutti i luoghi le mie pecore, dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine’. Ecco un criterio rassicurante: Cristo è sempre con me e ritorna anche adesso per guidare con amore e potenza il mondo verso la salvezza!
Trentatreesima Domenica fra l'anno
Vegliate perché non sapete in quale giorno il Signore verrà
Letture: Proverbi 31, 10-13.19-20.30-31; 1 Tessalonicesi 5, 1‑6; Mt. 25, 14-30.
1 ‑ Il ladro notturno ‑ La liturgia insiste su una riflessione molto serena della morte. I Proverbi e il Salmo responsoriale presentano un modello di operosa vigilanza in attesa del ritorno di Gesù: ‘Beato l'uomo che teme il Signore e cammina nelle sue vie. Vivrai del lavoro delle tue mani; sarai felice e godrai d'ogni bene’. E S. Paolo: ‘Voi ben sapete che, come il ladro di notte, così verrà il giorno del Signore’. Il vero ‘ladro’ è chi ci ruba la vita; ma il Signore, se sembra rubarci la vita del corpo, in realtà ci dona quella eterna. In che senso dunque è ladro?
Trentaduesima Domenica fra l'anno
Vegliate perché non sapete né il giorno né l'ora
Letture: Sapienza 6, 12‑16; 1 Tessalonicesi 4, 13‑18; Matteo 25, 1-13.
1 ‑ Sorella morte ‑ La parabola delle dieci vergini ‑ cinque sagge e cinque imprevidenti ‑ è un ammonimento chiaro di Gesù a tutti. Sembra dirci: ci vuole molta accortezza e occhio puntato verso l’approdo finale per essere sempre pronti agli appuntamenti con la vita, ma soprattutto a quello con la morte che, di essa, è il fatto più importante. Nessuna paura, ma grande fiducia e costante impegno per sfruttare al massimo le potenzialità della vita.
Trentunesima Domenica fra l'anno
Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli
Letture: Malachia 1, 14-2.8‑10; 1 Tessalonicesi 2, 7‑9.13; Matteo 23,1-12.
1 ‑ In nome di Dio ‑ Il profeta Malachia e Gesù condannano apertamente un grave peccato dei responsabili religiosi del popolo, perché hanno usurpato il ruolo di Dio e ‘nel nome di Dio’ opprimono il popolo. Ecco l'ammonimento del Signore: ‘Voi vi siete allontanati dalla retta via e siete stati d'inciampo a molti con il vostro insegnamento, perciò anch'io vi ho reso spregevoli e abbietti davanti a tutto il popolo’.
Solennità di Tutti i Santi
Rallegratevi perché grande è la vostra ricompensa nei cieli
Letture: Apocalisse 7, 2-4.9-14; 1 Giovanni 3,1-3; Matteo 5, 1-12.
1 - Chi sono – I santi sono uomini e donne che hanno fatto ‘il pieno’ di Dio, costruendo la loro vita su un unico fine: ‘Amare Dio con tutto il cuore, la mente e le forze; amare il prossimo come lo ama Gesù’. Essi, pur vivendo in terra con i problemi, le fatiche e le sofferenze della vita, hanno collocato stabilmente in Dio il loro cuore vivendo solo per Lui. Esclama Agostino per tutti: ‘Tardi ti amai, bellezza sempre antica e sempre nuova, tardi ti amai – Ormai te solo amo, te solo seguo, voglio essere di tuo pieno diritto’ (Confessioni e Soliloqui).
Trentesima Domenica fra l'anno
Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore e il prossimo come te stesso
Letture: Esodo 22, 20‑26; 1 Tessalonicesi 1, 5‑10; Matteo 22, 34‑40.
1 - La cosa più importante – ‘Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore e tutta l'anima e tutta la mente’. Ecco il punto centrale: la mia fede deve trasformarsi in un atto di amore, che comprenda tutte le espressioni della mia vita. Credere è innamorarsi! Domandiamoci: a Dio ho donato tutto me stesso o solo gli scarti? Faccio tutto e solo per amore o per dovere, per interesse, per paura? Nella vita non si ‘deve’ fare per forza proprio nulla, ma solo amare.
Ventinovesima Domenica fra l'anno
Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio
Letture: Isaia 45, 1.4‑6; 1 Tessalonicesi 1, 1‑5; Matteo 22, 15‑21.
1 ‑ Dio e Cesare ‑ L’obiezione dei farisei: ‘È lecito pagare il tributo a Cesare’? offre a Gesù l'occasione per dirimere una questione sempre attuale e assai delicata: il corretto rapporto tra la sfera dello spirituale (Dio‑uomo) e 1a sfera del temporale (cittadino-Stato, politica‑economia). Ecco la risposta di Gesù: ‘Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio’. Come dire: la Chiesa non deve occuparsi di cose temporali, né lo Stato deve interferire nelle cose spirituali o di coscienza, ma ambedue devono collaborare alla educazione completa dell’uomo: anima e corpo. Oggi siamo ancora alla ricerca di un difficile equilibrio fra laicità e laicismo, fra religione e libertà di coscienza, fra coerente e coraggiosas testimonianza e fra l’eccesso del fondamentalismo e del fanatismo.
Ventottesima Domenica fra l'anno
Amico, come hai potuto essere qui senza l'abito nuziale?
Letture: Isaia 25, 6 ‑10; Filippesi 4, 12-14.19‑20; Matteo 22, 1‑14.
1 - Tutti invitati - Nella parabola evangelica il padre dello sposo ‘forza’ affettuosamente tutti ad entrare. Agostino, a scanso di equivoci, afferma subito che si tratta della ‘violenza’ della verità. Ma non tutti apprezzano l'invito perché sono troppo indaffarati nelle cose della terra, nei loro affari personali. In effetti, la vita presenta a chiunque innumerevoli occasioni di prender parte a tutte le possibili esperienze positive. Si tratta anche di saper cogliere le occasioni al volo. Questa è già una prima risposta a chi si lamenta sempre di essere un escluso e dà la colpa a Dio dei propri fallimenti.
Ventisettesima Domenica fra l'anno
Vi sarà tolto il Regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare
Letture: Isaia 5, 1‑7; Filippesi 4, 6‑9; Matteo 21, 33‑43.
1 ‑ La vigna del Signore ‑ Nel disegno di Dio tutta l'umanità, in Adamo e Eva, era chiamata ad essere sua vigna: sua famiglia. Il primo peccato dei progenitori ha avuto, come risposta da parte di Dio, non una condanna esclusiva con la cacciata dal paradiso terrestre, ma una nuova riabilitazione e una nuova chiamata, che si è concretizzata storicamente in Abramo, e quindi nel popolo di Israele. Quando poi le autorità ebraiche hanno risposto con una incredibile infedeltà all'amore di Dio Padre, prima rifiutando e poi crocifiggendo il suo Figlio, Egli, in Gesù Cristo, ha eletto come sua vigna tutta l'umanità, che avrebbe accolto 1a salvezza.- Adesso tocca a noi dire: ‘Da te più non ci allontaneremo, ci farai vivere e invocheremo il tuo nome’ (Salmo 79).
Ventiseiesima Domenica fra l'anno
I pubblicani e le prostitute vi precederanno nel Regno di Dio
Letture: Ezechiele 18, 25‑28; Filippesi 2, 1‑11; Matteo 21, 28‑32.
1 ‑ Ezechiele – Questo sacerdote del tempio di Gerusalemme è il profeta che provoca peccatori e credenti con una sfida: ‘Non è retta la mia condotta - dice il Signore - o non è retta la vostra? Se l'ingiusto desiste dalla sua ingiustizia, egli fa vivere se stesso’. Ecco la vera ragione che deve convincerci alla conversione: la salvezza è dono di Dio, ma è già anche nelle nostre mani. Ciascuno è un po’ salvatore di se stesso! Lo esprime bene S. Agostino: ‘Chi ti ha creato senza di te, non ti salverà senza di te’.