Questa rubrica raccoglie alcune riflessioni sulla Parola di Dio festiva, preparate comunitariamente ogni settimana. Il sussidio vuole rispondere a una duplice esigenza, avvertita ormai da tutti: a) giungere all'ascolto della Parola di Dio della messa festiva avendola già meditata in modo serio e approfondito; b) adeguare sempre meglio l'omelia o la catechesi alla sensibilità e alle situazioni concrete dei fedeli. Il cammino compiuto da ormai quarant’anni ha dimostrato che tale metodo anche se non è l'unico o l'ottimo migliora la qualità e i contenuti dell'omelia. Così esso diventa un prezioso servizio che i laici offrono al sacerdote e il sacerdote offre alla comunità dei fedeli. Dopo questa esperienza in gruppo, si è sentita l'esigenza di offrire anche una "traccia" scritta perché la riflessione continui durante la settimana in famiglia. Ora il testo è disponibile attraverso internet: il nuovo ‘caminetto’, ove la famiglia può riunirsi attorno al fuoco dello Spirito Santo. Accogliamo l’invito della Chiesa preparando un cuore ben disposto all'ascolto vivo e vissuto della Parola di Dio.
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Ascensione del Signore
Nel nome di Cristo saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono. Di questo voi siete testimoni
Letture: Atti 1, 1‑11; Efesini 1,17‑23; Luca 24,46‑53
1 ‑ Non è un commiato ‑ L'Ascensione non significa affatto la fine della missione e della presenza di Gesù fra gli uomini, ma l'inizio di una nuova fase della salvezza, operata da Cristo insieme a noi per mezzo dello Spirito Santo. Questo è il senso delle ultima parole di Gesù, prima di salire al cielo: ‘Io sono con voi sino alla fine del mondo’. La Chiesa è la prova evidente di questa indefettibile sua presenza. Di fatto, Gesù rimane con noi in diversi modi attraverso il ministero apostolico (papa, vescovi, sacerdoti), il Libro della Parola, i sacramenti (battesimo, eucarestia, matrimonio, ecc.), la comunità umana.
Sesta Domenica di Pasqua
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non sia turbato il vostro cuore. Vado e tornerò a voi
Letture: Atti 15, 22‑29; Apocalisse 21, 22‑23; Giovanni 14, 23‑29
1 ‑ Le vicende di Dio ‑ Queste parole di Gesù, pronunziate nell'ultima cena, si possono riferire sia alla sua morte imminente e alla risurrezione, sia all'ascensione che culmina nella pentecoste, sia alla nostra vita che è una lunga attesa del ritorno di Gesù, sia all'epoca storica che stiamo attraversando, così gravida di segni premonitori, che sembra preludere a un arrivo imminente e straordinario del Signore. Il valore della pace è la somma di tutti i beni fondamentali della vita: umiltà, verità, amore, unità; essa li include, li custodisce e li rende operanti.
Quinta Domenica di Pasqua
Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri
Letture: Atti 14,20‑26; Apocalisse 21,1‑5; Giovanni 13,31‑33.34‑35
1 ‑ Nuovo cielo e nuova terra ‑ La Risurrezione è dunque l'inizio di una nuova vita sulla terra, radicalmente diversa dal modello pagano, in cui l’uomo praticamente elimina Dio e ne prende il posto, ma poi adora le creature piuttosto che il Creatore. In tal modo l'uomo è ricondotto alle sue vere origini e alla fonte piena della vita umana, in comunione totale di amore con Dio e l'umanità. L’apostolo Giovanni esprime questa realtà con la visione della sposa adorna per il suo sposo: ‘Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo, ed egli sarà il Dio‑con‑loro’.
Quarta Domenica di Pasqua
Le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna
Letture: Atti 13,14.43‑52; Apocalisse 7,9.14‑17; Giovanni 10,27‑30
1 ‑ Il buon Pastore ‑ Gesù è colui che ha la missione di ‘pascere’ tutti gli uomini, cioè di salvarli dal male: li nutre a forza di verità e di amore, li raduna in una sola famiglia e li guida alla vita eterna. Chi sono le pecore di Gesù? Dice Agostino: ‘Le sue pecore sono quelli che credono, che seguono il loro pastore, che non disprezzano il loro redentore, che entrano per la porta e ne escono trovando il pascolo della verità e partecipano alla vita eterna’. In questo assomigliano già a Lui, l’agnello immolato per salvare il mondo, secondo le parole di Giovanni Battista: ‘Ecco l’Agnello di Dio, che toglie portando su di sé il peccato del mondo’.
Terza Domenica di Pasqua
Simone di Giovanni, mi ami tu? Certo, Signore, tu sai che io ti amo!
Letture: Atti 5,27‑32.40‑41; Apocalisse 5,11‑14; Giovanni 21,1‑19
1 ‑ È il Signore! ‑ Il Vangelo di Giovanni ci racconta la terza apparizione di Gesù agli apostoli, mentre pescavano sul lago di Cafarnao. Quando Gesù si manifesta loro, nessuno gli chiede più: Chi sei? poiché sanno bene che è Lui. Ormai si sono abituati con naturalezza a vedere Gesù in mezzo a loro, che condivide ogni aspetto della loro vita quotidiana. Accade questo anche a noi? Ci accorgiamo e ci sorprendiamo talvolta della presenza continua di Gesù nella nostra persona e nella nostra vita: nelle pieghe del cuore, nei pensieri della mente, nelle decisioni della volontà; e poi in casa, a scuola, in fabbrica, in ufficio, in negozio, per la strada, in chi soffre?
Seconda Domenica di Pasqua
Beati quelli che, pur non avendo visto, crederanno
Letture: Atti 5,12‑16; Apocalisse 1,17‑19; Giovanni 20,19‑31
1 ‑ La Pasqua continua ‑ Sarebbe poca cosa celebrare la Pasqua per un giorno solo, ricordando semplicemente il fatto storico della risurrezione di Gesù da morte. Ogni Pasqua deve essere celebrazione del mistero di Cristo perennemente vivo e risorto, continuamente presente in mezzo agli uomini. Per questo gli Atti degli Apostoli ci dicono che anche ‘quando Pietro passava, bastava che la sua ombra coprisse qualche ammalato perché guarisse’. In ogni cristiano di fatto passa e agisce Cristo risorto, e si vorrebbe avvertire il passaggio potente del Signore fra noi!
Solennità di Pasqua
Cristo nostra Pasqua è immolato: facciamo festa nel Signore!
Letture: Atti 10,34.37‑43; Colossesi 3,1‑4; Giovanni 20,1‑9
1 ‑ Al sepolcro ‑ Un gruppo di donne sale, di buon mattino, alla tomba di Gesù. Portano con sé gli aromi per completare l’imbalsamazione del suo corpo, ma si chiedono: chi ci aprirà la pesante pietra tombale? Esse non prevedono che dovranno superare anche i controlli delle guardie e infrangere i sigilli apposti dal sinedrio sul sepolcro per giungere fino ad un morto... Ma trovano una scena del tutto diversa: il sepolcro è aperto, non c’è più traccia di guardie. Scorgono anche un angelo che annuncia dall’interno: ‘Cristo è risorto, non è qui’! Tornano allora per dare l’annuncio a Pietro e Giovanni, i quali si muovono per andare a controllare: scorgono il sudario e le bende ben ricomposte a capo e piedi della lastra tombale; non possono, dunque, degli ipotetici ladri – come sostiene la Maddalena - avere rubato il Signore. Di fronte a tanta evidenza risorge la fede di Giovanni, testimone oculare della morte e sepoltura di Gesù: ‘Egli vide e credette’!
Domenica delle Palme
Gloria a te che vieni, pieno di bontà e di misericordia!
Letture: Isaia 50,4‑7; Filippesi 2,6‑11; Luca 22,14‑23,56.
1 ‑ La chiave di lettura - Oggi Gesù ci spiega chi è e che cosa pensa della vita. Le sue parole sono ancor più solenni e indicative perché le pronuncia per l’ultima volta nell’imminenza della sua passione e morte. Egli è del tutto cosciente di affermare una verità assolutamente al di fuori della portata umana; per questo introduce il discorso invitandoci a osservare la prima legge fondamentale di comportamento del creato: ‘Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde, e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire prenda la sua croce e mi segua’ (Gv.12,24). Questa parola esprime alla perfezione la natura della vita secondo Dio e perché Dio ce l’ha data. Essa è soltanto un dono da parte di Dio, non è proprietà privata ed esclusiva di ciascuno; quindi, come tale, appartiene a tutti e deve essere offerta per tutti. La vita è PERDERSI, ‘darsi per’, cioè donarsi per amore agli altri. La concezione opposta, quella del mondo, sostiene invece che la vita è PRENDERSI, amarsi egoisticamente senza dare nulla agli altri. Ora, se accettiamo questo principio del perdersi per amore, accettiamo tutto il Vangelo; se lo rifiutiamo, rifiutiamo tutto il Vangelo. Ma questo principio è comunque l'unica via di salvezza! Qui sta la vera sfida tra cristianesimo e cultura del mondo, che si gioca ormai da duemila anni. La storia a chi dà ragione?
Quinta Domenica di Quaresima
Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra su di lei
Letture: Isaia 43,16‑21; Filippesi 3,8‑14; Giovanni 8,1‑11.
1 - L'adultera ‑ L'episodio dell'adultera contiene due lezioni molto importanti: a) Gesù è la misericordia di Dio in persona, pronto a perdonare chiunque dimostri di essere disposto a non peccare più; b) gli uomini devono smetterla di condannarsi a vicenda perché nessuno è impeccabile: tutti hanno peccato e possono peccare in avvenire: ‘Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra’ (Vangelo). E prima di tutto, per poter condannare il prossimo, è necessaria sia l’autorità legittima di giudicare in nome di Dio sia la capacità di conoscere le intenzioni di chi ha commesso un fatto. Tutte cose, queste, che sono di esclusiva competenza di Dio.
Quarta Domenica di Quaresima
Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio
Letture: Giosué 5,9a.10‑12; 2 Corinzi 5,17‑21; Luca 15,1‑3.11‑32.
1 ‑ Rallégrati Gerusalemme ‑ La liturgia odierna esulta di gioia perché l'umanità è stata liberata dalla ‘infamia di Egitto’, cioè dalla stessa condizione servile in cui si trovava il popolo ebraico prima della liberazione: senza patria e famiglia, senza padre e senza fratelli, senza dignità e libertà. Il peccato produce un effetto spirituale equivalente: ci rende schiavi delle passioni proprie e altrui. Ma il Signore ‘è vicino a chi lo cerca, lo libera da tutte le angosce’, quindi ci restituisce libertà, verità, gioia vera.