Questa rubrica raccoglie alcune riflessioni sulla Parola di Dio festiva, preparate comunitariamente ogni settimana. Il sussidio vuole rispondere a una duplice esigenza, avvertita ormai da tutti: a) giungere all'ascolto della Parola di Dio della messa festiva avendola già meditata in modo serio e approfondito; b) adeguare sempre meglio l'omelia o la catechesi alla sensibilità e alle situazioni concrete dei fedeli. Il cammino compiuto da ormai quarant’anni ha dimostrato che tale metodo anche se non è l'unico o l'ottimo migliora la qualità e i contenuti dell'omelia. Così esso diventa un prezioso servizio che i laici offrono al sacerdote e il sacerdote offre alla comunità dei fedeli. Dopo questa esperienza in gruppo, si è sentita l'esigenza di offrire anche una "traccia" scritta perché la riflessione continui durante la settimana in famiglia. Ora il testo è disponibile attraverso internet: il nuovo ‘caminetto’, ove la famiglia può riunirsi attorno al fuoco dello Spirito Santo. Accogliamo l’invito della Chiesa preparando un cuore ben disposto all'ascolto vivo e vissuto della Parola di Dio.
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Festa di Cristo Re
Dio ci ha trasferiti nel Regno del Figlio suo
Letture: 2 Samuele 5,1‑3; Colossesi 1,12‑20; Luca 23,35‑43.
1 – Il Regno di Dio ‑ Questa espressione biblica condensa tutto il mistero della creazione e della redenzione. Cristo è Re perché costituisce il centro di quest’opera di Dio: sempre a fianco del Padre quando l’universo è stato creato e l’uomo è stato redento. Re perché Dio, Re perché Uomo, Re perché Salvatore, Re perché ‘piacque a Dio di fare abitare in Lui ogni pienezza e per mezzo di Lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli’ (S. Paolo).
Trentatreesima Domenica fra l'anno
Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime
Letture: Malachia 4,1‑2; 2 Tessalonicesi 3,7‑12; Luca 21,5‑19.
1 ‑ Il giorno della mietitura ‑ La prima lettura descrive il giudizio di Dio che matura e si manifesta nel corso dei tempi, fino alla definizione ultima, definitiva ed eterna: ‘Ecco, sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e gli ingiusti saranno come paglia; quel giorno venendo li incendierà in modo da non lasciar loro né radice né germoglio. Per voi, invece, cultori del mio nome, sorgerà il sole di giustizia’ (Malachia). Quattro punti di riferimento nel giudizio di condanna ci devono far riflettere: i superbi e i disonesti saranno condannati al fuoco eterno, che distruggerà nella loro vita ogni radice e germoglio di bene. Avranno l’anima, ma non funzionerà più per realizzare il bene!
Trentaduesima Domenica fra l'anno
Il Signore diriga i vostri cuori nell'amore di Dio e nella pazienza di Cristo
Letture: 2 Maccabei 7,1‑2.9‑14; 2 Tessalonicesi 2,16‑3,5; Luca 20,27-38.
1 ‑ I sette fratelli ‑ Il racconto biblico del martirio dei Maccabei contiene la più bella e ricca testimonianza di fede e di speranza ‘cristiane’ nella risurrezione finale del corpo, nel giudizio di Dio, nella vita eterna: ‘È bello morire a causa degli uomini, per attendere da Dio l'adempimento delle speranze di essere da lui risuscitati di nuovo, ma per te la risurrezione non sarà per la vita’! Questa convinzione ci illumina e sostiene, non solo di fronte all’eventualità di tradire la nostra fede cristiana e gli impegni morali che ne derivano, ma ci guida anche come un filo conduttore in tutte le azioni delle nostre giornate.
Trentunesima Domenica fra l'anno
Il Figlio dell'uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto
Letture: Sapienza 11,23-12; 2 Tessalonicesi 1,11-2,2; Luca 19,1‑10.
1 ‑ Un inno di gloria ‑ Il libro della Sapienza introduce in modo dolcissimo il tema di Dio che crea e sostiene le sue creature perché è ‘amante della vita’. E l’uomo, non più che polvere sulla bilancia divina o stilla di rugiada nell’universo, è proprio il centro delle attenzioni e delle tenerezze divine, perché Dio ha compassione di tutti ed è pronto a perdonare sempre, affinché tutti rinneghino la malvagità e credano al suo amore. Si può veramente dire con S. Ireneo, Padre della Chiesa, che ‘la gloria dell'uomo è la bontà di Dio e la gloria di Dio è l'uomo vivente’.
Trentesima Domenica fra l'anno
Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato
Letture: Siracide 35,12‑14.16‑18; 2 Timoteo 4,6‑8.16‑18; Luca 18,9-14.
1 ‑ La presunzione ‑ Il brano evangelico è diretto verso coloro che ‘presumevano di essere giusti e disprezzavano gli altri’. I superbi naturalmente si considerano perfetti: si vantano spudoratamente davanti a Dio e puntano l'indice di condanna contro gli altri. Diventa così inevitabile il rifiuto di ogni rapporto con gli altri. Gesù, con la parabola del fariseo e del pubblicano, vuole indicarci la gravità di questo atteggiamento di fondo, che definisce semplicemente: il peccato. Soprattutto quando preghiamo, dobbiamo sentirci peccatori, ma guardati dalla misericordia di Dio (Papa Francesco).
Ventinovesima Domenica fra l'anno
Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui.
Letture: Esodo 17,8-13; 2 Timoteo 3,14‑4.2; Luca 18,1‑8.
1 ‑ Le braccia alzate ‑ Mosè vince il nemico Amalek in battaglia combattendo con la preghiera. Aronne e Cur gli sostengono le braccia aperte perché non cessi mai la sua preghiera. Il senso del fatto‑parabola è chiaro: le battaglie della vita si vincono pregando. Quando nel cuore, in famiglia, nel lavoro, nelle relazioni sociali c'è tempesta, alziamo il grido della preghiera al Padre che è nei cieli e torneranno le forze necessarie per affrontare e superare la prova. Non dobbiamo mai smettere di pregare, attendendo con umile fiducia l’ora di Dio, convinti che la preghiera viene sempre esaudita.
Ventottesima Domenica fra l'anno
Alzati e va’: la tua fede ti ha salvato.
Letture: 2 Re 5,14‑17; 2Tim. 2,8‑13; Luca 17,11‑19.
1 ‑ La lebbra ‑ La prima lettura descrive la guarigione miracolosa di Naaman, generale siríano, avvenuta ìn Samaria ad opera del profeta Eliseo; il Vangelo racconta la guarigione dei dieci lebbrosi, operata da Gesù mentre attraversava la Galilea e la Samaria. I due miracoli hanno una chiara e convergente lettura: Dio, infinitamente buono, soccorre tutti gli infelici di questa terra; l'uomo è vittima di una malattia dello spirito ‑ il peccato ‑ che è simile alla lebbra perché lo devasta totalmente nelle facoltà spirituali e anche nel corpo. Gesù Salvatore è l’unico medico celeste che può curare definitivamente questa malattia.
Ventisettesima Domenica fra l'anno
Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe.
Letture: Abacuc 1,2‑3; 2,2‑4; 2 Timoteo 1,6‑8.13‑14; Luca 17,5‑10.
1 ‑ C'è una scadenza ‑ Il profeta Abacuc solleva un grosso problema, che costituisce da sempre uno scoglio enorme per ogni credente e per l'onesto: Perché Dio non interviene di fronte all'iniquità, che è oppressione, violenza, contese e rapine degli uomini? La risposta della parola di Dio è rassicurante: C'è un termine anche per il male e Dio lo conosce. Se la soluzione indugia, non dobbiamo disperare. Soccombe colui che non ha l'animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede. Ecco quindi la prima risposta all’onesto e al credente: sia la fede che l’onestà sono fondate sulla fiducia incrollabile nella giustizia di Dio. Il bene vincerà sempre sul male. Anche Gesù risorto lo conferma agli apostoli: ‘Abbiate fiducia: io ho vinto il mondo’!
Ventiseiesima Domenica fra l'anno
Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali, ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti
Letture: Amos 6,1a.4‑7; I Tim.6,11‑16; Luca 16,19‑31.
1 ‑ Storia di tutti i tempi ‑ Il profeta Amos condanna duramente coloro che vivono beatamente nel lusso e nella ricchezza senza preoccuparsi della ‘rovina di Giuseppe’, cioè del fratello che soffre a causa dell'ingiustizia e nella povertà. La conseguenza di un simile comportamento sarà questa: ‘andranno in esilio in testa ai deportati e cesserà l'orgia dei buontemponi’. La storia delle rivoluzioni umane ci ricorda che, più ancora degli uomini, ‘il Signore rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati, libera i prigionieri’. Anche oggi siamo davanti alla resa dei conti perché la giustizia sia ristabilita.
Venticinquesima Domenica fra l'anno
Nessuno può servire due padroni. Non potete servire Dio e mammona
Letture: Amos 8, 4‑7; Timoteo 2, 1‑8; Luca 16, 1‑13.
1 ‑ Il senso della vita ‑ La parabola evangelica dell'amministratore infedele, il quale, dopo aver sperperato i beni del suo padrone, cerca di raddrizzare la sua posizione assai compromessa, chiarisce molto bene il senso fondamentale della vita umana. Essa è un dono immenso di Dio, che dobbiamo ‘amministrare’ nel modo più oculato possibile, in vista del rendiconto finale. Noi non siamo perciò ‘proprietari’ della vita: siamo amministratori, chiamati a restituire nell’ultimo giorno il tutto con gli interessi.