Ventiseiesima Domenica fra l'anno
I pubblicani e le prostitute vi precederanno nel Regno di Dio
Letture: Ezechiele 18, 25‑28;  Filippesi 2, 1‑11;  Matteo 21, 28‑32.
1 - Ezechiele - Questo sacerdote del tempio di Gerusalemme è il profeta che provoca peccatori e credenti con una sfida: ‘Non è retta la mia condotta - dice il Signore - o non è retta la vostra? Se l'ingiusto desiste dalla sua ingiustizia, egli fa vivere se stesso’. Ecco la vera ragione che deve convincerci alla conversione: la salvezza è dono di Dio, ma è già anche nelle nostre mani. Ciascuno è un po’ salvatore di se stesso! Lo esprime bene S. Agostino: ‘Chi ti ha creato senza di te, non ti salverà senza di te’.
2 ‑ Due categorie ‑ Il Vangelo ribadisce questo discorso mettendo a confronto il comportamento dei due figli: uno dice ‘no’ al paÂpà , ma poi obbedisce; l'altro invece dice ‘sì’, ma poi non fa niente. ÂNei confronti della vita e della salvezza non serve far delle grandi promesse, dei bei discorsi. Servono i fatti. La colpa peggiore non è quella di sbagliare, ma quella di non far nulla: ‘Non chi dice: Signore, Signore  entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio’ (Vangelo).
3 ‑ Pubblicani e prostitute - ‘E' venuto a voi Giovanni nella via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto’(Vangelo). Il fatto di essere stati salvati fin dall’inizio con il battesimo, non deve esimerci dall'impegno quotidiano per meriÂtarci la salvezza. Questa convinzione potrebbe, forse, ingenerare in noi una mentalità ipocrita e lassista: ci senÂtiamo ormai a posto con Dio e con tutti, e non ci passa nemmeno nell’anticamera della coscienza di chiedere perdono a Dio e agli altri. Invece nei pubblicani e nelÂle prostitute del Vangelo, evidentemente, si trova quel ‘di più’ che li rende meritevoli di perdono: la coscienza di avere sbagliato, l'umiltà di confessarlo, il pentimento sincero di redimersi, la buona volontà di cambiare vita!
4 ‑ Una riflessione e un consiglio ‑ Guardiamo un momento con spieÂtata lucidità a certa mentalità ‘cristiana’ che ammette tutto, Âanche fatti terribili, quali: l'aborto, l'eutanasia, ogni licenza nella libertà , l'esclusivo interesse egoistico a danno di poveri, di onesti e di indiÂfesi. Non è meglio una ‘prostituta’ che, forse, è soltanto vitÂtima di sfruttamento? Possiamo ancoratacere o essere conniventi con questo sistema pass-par-tout? Il consiglio saggio ci viene ancora da S. Paolo: ‘Conservate l'unione dei voÂstri spiriti, non cercate il vostro interesse. Abbiate in voi i medesimi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, svuotò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte di croce’. Letteralmente: svuotarsi per essere ricolmi di Dio.