Ventiseiesima Domenica fra l'anno

Posted by Padre Eugenio Cavallari on 26 September 2020

verdeI pubblicani e le prostitute vi precederanno nel Regno di Dio

Letture: Ezechiele 18, 25‑28;  Filippesi 2, 1‑11;  Matteo 21, 28‑32.

1 - Ezechiele - Questo sacerdote del tempio di Gerusalemme è il profeta che provoca peccatori e credenti con una sfida: ‘Non è retta la mia condotta - dice il Signore - o non è retta la vostra? Se l'ingiusto desiste dalla sua ingiustizia, egli fa vivere se stesso’. Ecco la vera ragione che deve convincerci alla conversione: la salvezza è dono di Dio, ma è già anche nelle nostre mani. Ciascuno è un po’ salvatore di se stesso! Lo esprime bene S. Agostino: ‘Chi ti ha creato  senza di te, non ti salverà senza di te’.

2 ‑ Due categorie ‑ Il Vangelo ribadisce questo discorso mettendo a confronto il comportamento dei due figli: uno dice ‘no’ al pa­pà, ma poi obbedisce; l'altro invece dice ‘sì’, ma poi non fa niente. ­Nei confronti della vita e della salvezza non serve far delle grandi promesse, dei bei discorsi. Servono i fatti. La colpa peggiore non è quella di sbagliare, ma quella di non far nulla: ‘Non chi dice: Signore, Signore  entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio’ (Vangelo).

3 ‑ Pubblicani e prostitute - ‘E' venuto a voi Giovanni nella via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto’(Vangelo). Il fatto di essere stati salvati fin dall’inizio con il battesimo, non deve esimerci dall'impegno quotidiano per meri­tarci la salvezza. Questa convinzione potrebbe, forse, ingenerare in noi una mentalità ipocrita e lassista: ci sen­tiamo ormai a posto con Dio e con tutti, e non ci passa nemmeno nell’anticamera della coscienza di chiedere perdono a Dio e agli altri. Invece nei pubblicani e nel­le prostitute del Vangelo, evidentemente, si trova quel ‘di più’ che li rende meritevoli di perdono: la coscienza di avere sbagliato, l'umiltà di confessarlo, il pentimento sincero di redimersi, la buona volontà di cambiare vita!

4 ‑ Una riflessione e un consiglio ‑ Guardiamo un momento con spie­tata lucidità a certa mentalità ‘cristiana’ che ammette tutto, ­anche fatti terribili, quali: l'aborto, l'eutanasia, ogni licenza nella libertà, l'esclusivo interesse egoistico a danno di poveri, di onesti e di indi­fesi. Non è meglio una ‘prostituta’ che, forse, è soltanto vit­tima di sfruttamento? Possiamo ancoratacere o essere conniventi con questo sistema pass-par-tout? Il consiglio saggio ci viene ancora da S. Paolo: ‘Conservate l'unione dei vo­stri spiriti, non cercate il vostro interesse. Abbiate in voi i medesimi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, svuotò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte di croce’. Letteralmente: svuotarsi per essere ricolmi di Dio.

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