Ventisettesima Domenica fra l'anno
Vi sarà tolto il Regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare
Letture: Isaia 5, 1‑7; Filippesi 4, 6‑9; Matteo 21, 33‑43.
1 ‑ La vigna del Signore ‑ Nel disegno di Dio tutta l'umanità, in Adamo e Eva, era chiamata ad essere sua vigna: sua famiglia. Il primo peccato dei progenitori ha avuto, come risposta da parte di Dio, non una condanna esclusiva con la cacciata dal paradiso terrestre, ma una nuova riabilitazione e una nuova chiamata, che si è concretizzata storicamente in Abramo, e quindi nel popolo di Israele. Quando poi le autorità ebraiche hanno risposto con una incredibile infedeltà all'amore di Dio Padre, prima rifiutando e poi crocifiggendo il suo Figlio, Egli, in Gesù Cristo, ha eletto come sua vigna tutta l'umanità, che avrebbe accolto 1a salvezza.- Adesso tocca a noi dire: ‘Da te più non ci allontaneremo, ci farai vivere e invocheremo il tuo nome’ (Salmo 79).
2 ‑ La lezione della storia ‑ La parabola raccontata da Matteo è una sintesi della storia passata, presente e futura. Il popolo ebraico, a causa di persistenti infedeltà, si è reso di fatto incapace di ‘coltivare’ la vigna di Dio. Oggi il suo posto è occupato da noi, le nazioni cosiddette cristiane. Domani che cosa ne sarà della vigna del Signore? Il cristianesimo autentico (non quello della domenica, ma quello feriale, di tutti i giorni) è forse sul punto di ‘far le valigie’ per approdare ai popoli del Terzo mondo, oppure sta rinascendo dalle rovine del neo‑paganesimo laico moderno? Su questo interrogativo si gioca il nostro futuro immediato.
3 ‑ Quali i motivi? ‑ L'attuale allergia o crisi di rigetto del cristianesimo è senz’altro frutto di paura della verità e dell’etica naturale e cristiana, quindi di una libertà matura e responsabile. Sono venuti a mancare i cosiddetti ‘valori della vita’: la persona, la famiglia, la società, aventi per centro l’amore di Dio e del prossimo. Esso è l’unico valore, capace di rendere l’uomo veramente felice.- In questa crisi pesa anche un altro tipo di stanchezza e paura: temere di essere sconfitti nella vita o di dover rinunziare a un certo tipo di benessere e di umanesimo comodo. Insomma: la vertigine di dover conquistare il 'Cervino’ dell’infinito. Se il nostro cuore è ancora insoddisfatto, vuol dire che l’obiettivo non è ancora raggiunto. Chiediamoci allora: vale la pena di essere uomini ‘nessuno’ e cristiani larvali, anziché cristiani che si buttano con passione infinita in questa avventura di diventare Cristo?
4 ‑ La pietra scartata ‑ Cristo, pietra scartata dai costruttori della civiltà senza Dio, è diventata testata d'angolo. Ucciso sulla croce, è risorto il terzo giorno: ora regge le sorti del mondo e un giorno giudicherà tutti i popoli. Accettiamo anche noi di edificare la nostra vita e il mondo intero sui valori, scartati dalla maggioranza, e sulle indicazioni concrete del Vangelo?
5 ‑ Un pensiero di S. Paolo - ‘In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri. E il Dio della pace sarà con voi’! In tal modo tutti siamo costruttori del mondo, a pieno titolo, con Cristo.