Ventisettesima Domenica fra l'anno
L’uomo non separi ciò che Dio ha congiunto
Letture: Genesi 2, 18‑24; Ebrei 2, 9-11; Marco 10, 2‑16.
1 ‑ Le prime origini ‑ Il libro della Genesi racconta la creazione della donna, tratta dalla costola-cuore dell'uomo e a lui donata da Dio. L'uomo, risvegliatosi dal sonno, esclama al colmo della gioia e della sorpresa: ‘Questa creatura è veramente carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta’. Dunque: uguaglianza di natura fra uomo e donna perché identica è l’origine; identità di cuore perché vi è fra loro complementarietà di doni: uno è fatto per 1'altra, e viceversa. Ma la vera ragione di tutto ciò è in quel principio di fondo che regge tutta la creazione: ‘Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile’. Dice bene Agostino: ‘Dio creò l’uomo come un tutt’uno, ma non lo volle solo - Unus sed non solus’! L’uomo e la donna sono dunque due, ma per diventare una nuova unità. Nell’armonia dei due ruoli e nella reciprocità di entrambi sta la vera pace delle famiglie.
2 ‑ Il nuovo Adamo ‑ Il racconto biblico adombra anche il mistero della Incarnazione, Passione e Morte di Gesù Cristo: Dio sposa l’umanità sulla croce, vero talamo nuziale. Egli, nuovo Adamo, si è ‘addormentato’ sulla Croce e dal suo fianco è stata tratta la nuova Eva, l'umanità redenta: la sposa-Chiesa. L’uomo ha origini divine, Cristo ha origini anche umane: ‘Colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo Cristo non si vergogna di chiamarli fratelli’ (Lettera agli Ebrei). Egli infatti li tratta con un ruolo nuovo: da fratello e sorella a sposo e sposa.
3 ‑ Il divorzio - In questo doppio contesto nuziale si inserisce la questione del divorzio: ‘È lecito ad un marito ripudiare la propria moglie’? Alla domanda degli apostoli Gesù risponde così: ‘Non sono più due, ma una carne sola. L’uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto’. In altre parole: l'uomo e la donna con il matrimonio sono diventati una vita sola per sempre. Il progetto di Dio li fonde insieme, facendoli diventare una ‘nuova creatura’ con un atto di amore irreversibile. La stessa domanda e la stessa risposta si può applicare all'amore fra l'uomo e Dio: non ci può essere divorzio dell'uomo nei confronti dell'amore infinito di Dio. L’uomo è fatto per diventare una cosa sola con Dio. Il vero amore, donato a tutti i livelli, è per sua natura irreversibile: un patto definitivo ed eterno. L'uomo è quindi creato ‘a immagine di Dio’ per sempre, e soltanto in Dio è beato, felice e realizzato. Il divorzio è la triste componente di ogni peccato contro Dio e contro l’uomo!
4 ‑ L'unità - Se essa è la proprietà essenziale di Dio: Trinità nell’unico Amore; essa deve essere anche la proprietà essenziale di ogni comunità di amore: la coppia, la famiglia, la Chiesa, l'umanità. Esse sono infatti frutto dell'amore indefettibile di Dio e divengono segno in questo mondo dell'opera di Dio, che vuole unire in Sé tutte le creature. Il peccato - cioè l'amore di sé, portato fino al disprezzo dell’altro - insidia e infrange l'unione di due o più esseri. Quindi la salvezza della coppia e della famiglia sta in una ritrovata unità di amore, anche attraverso la rinnovata capacità di perdono per ricucire l’unità!
5 - La situazione attuale - Attorno a questo meraviglioso disegno divino, che chiama l’uomo e la donna ad essere artefici di amore sponsale e di vita nuova per tutta l’umanità, sta il disegno opposto della cultura cosiddetta ‘laica’, che è ormai giunta alle sponde estreme attraverso una strategia di libertà assoluta, contraria e radicale. Le tappe sono queste: divorzio (adesso si parla addirittura di ‘divorzio breve’, dove l’autorità civile è del tutto superflua), aborto, reato di omofobia, nozze gay con diritto di adottare figli, ideologia gender obbligatoria nelle scuole, eutanasia. E’ rimasta solo la Chiesa cattolica a difendere l’uomo, la donna, la famiglia e la vita sul piano del diritto naturale. Su questo versante i cattolici sono chiamati ad una testimonianza coraggiosa ed efficace, cioè unitaria.