Ventitreesima Domenica fra l'anno
Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mez¬zo a loro.  Â
Letture: Ezechiele 33,7 9; Romani 13, 8 10; Matteo 18,15 20.           Â
1 - La sentinella di Dio - Il profeta Ezechiele è chiamato da Dio a un compito assai arduo: ‘Figlio dell'uomo, io ti ho costituito sentinella per gli Israeliti; ascolterai una parola dalla mia bocca e tu li avvertirai da parte mia’. Se il profeta non adempirà con fedeltà il suo ufficio, il Signore lo considera responsabile della rovina dell'empio: ‘della sua morte chiederò conto a te’. C’è già stato duemila anni fa un ‘Figlio dell’uomo’ – Cristo redentore – a cui il Padre ha chiesto conto della morte spirituale di tutta l’umanità : Egli ha saldato il conto con la sua morte in Croce. Stando misticamente in Croce sino alla fine del mondo, Gesù fa da sentinella per il popolo dei salvati. Ma anche noi tutti dobbiamo essere sentinelle di Dio, insieme a Lui, nei confronti dei fratelli che hanno sbagliato. Essere veramente sentinella significa sentirci responsabili della salvezza di tutti.
2 - Il debito dell'amore - L'amore è l'unico debito che ci lega agli altri. Ce lo ripete Paolo: ‘Fratelli, non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole’. Esso è un vincolo talmente forte che, per quanto mi sforzi di allentarlo o reciderlo, non riuscirò mai a spezzarlo. Il tormento interiore che mi macera salutarmente, e talvolta la crisi di coscienza, sono la denuncia che questo ‘debito’ non è stato ancora onorato del tutto! Ebbene, c'è un legame d'amore, ossia un debito, anche con il fratello che ha mancato perché ha offeso l'amore? Questo debito lo saldo con il perdono.
3 - La correzione fraterna - Quando uno ama veramente, non si arrende di fronte al fratello che sbaglia, anzi, raddoppia l'affetto e le premure. Prima a tu per tu; poi insieme a una o due persone ‘qualificate’ in forza del loro ruolo; in terza istanza con l'aiuto della comunità . La correzione, fatta nel modo dovuto e con vero cuore, è l’atto supremo d'amore. Essa impedisce che situazioni sbagliate diventino irrimediabili. La correzione è una mano tesa da amico: non per condannare, ma per salvare. Se non posso fare altro, posso già perdonarlo pregando per lui.
4 - Punti concreti - Il criterio per giudicare la vera amicizia da quella superficiale è dato da questo fatto: se i due o più amici hanno il coraggio di correggersi a vicenda dicendosi la verità . Cioè, se sono pronti a dare e ad accettare la correzione. In tal modo si tiene vivo e si rigenera continuamente il dialogo tra marito e moglie, fratelli e sorelle, fidanzati, amici e colleghi, membri di un gruppo e di comunità . Dopo la correzione, i rapporti si rafforzano e diventano più genuini. Non c'è perdono cristiano che non debba esso stesso essere una forma di correzione fraterna.
5 - Legare e sciogliere - Il vangelo di Matteo estende il potere di legare o sciogliere a tutta la comunità . Non si tratta eviden¬temente del ‘potere’ sacramentale di rimettere i peccati, affidato al ministero sacerdotale della Chiesa, ma di un ministero di verità , di amore e di riconciliazione che impegna tutti al perdono reciproco. Sentiamo Agostino: ‘Ama e, ciò che vuoi, fallo pure. Sia che tu taccia, taci per amore; sia che tu parli, parla per amore; sia che tu corregga, correggi per amore; sia che tu perdoni, perdona per amore. Sia in te la radice dell'amore, poiché da questa radice non può procedere che il bene’ (Commento I Lett. di Giovanni 7,8).