Questa rubrica raccoglie alcune riflessioni sulla Parola di Dio festiva, preparate comunitariamente ogni settimana. Il sussidio vuole rispondere a una duplice esigenza, avvertita ormai da tutti: a) giungere all'ascolto della Parola di Dio della messa festiva avendola già meditata in modo serio e approfondito; b) adeguare sempre meglio l'omelia o la catechesi alla sensibilità e alle situazioni concrete dei fedeli. Il cammino compiuto da ormai quarant’anni ha dimostrato che tale metodo anche se non è l'unico o l'ottimo migliora la qualità e i contenuti dell'omelia. Così esso diventa un prezioso servizio che i laici offrono al sacerdote e il sacerdote offre alla comunità dei fedeli. Dopo questa esperienza in gruppo, si è sentita l'esigenza di offrire anche una "traccia" scritta perché la riflessione continui durante la settimana in famiglia. Ora il testo è disponibile attraverso internet: il nuovo ‘caminetto’, ove la famiglia può riunirsi attorno al fuoco dello Spirito Santo. Accogliamo l’invito della Chiesa preparando un cuore ben disposto all'ascolto vivo e vissuto della Parola di Dio.
Seconda Domenica di Quaresima
Gesù ha vinto la morte, facendo risplendere la vita e l'immortalità con il Vangelo
Letture: Genesi 12,1-4a; 2 Timoteo 1,8b‑10; Matteo 17,1‑9.
1 - Il monte di Dio ‑ La quaresima propone ogni anno un itinerario nuovo di conversione a Cristo, vero Dio e vero uomo. Si tratta di salire con Gesù sulle tre montagne della vita: quella di Gerico (le tentazioni), quella della Trasfigurazione (il rinnovamento), quella del Calvario (il dono di sé). Il ‘monte di Dio’ è sinonimo della pienezza della vita divina, trascendendo il limite delle cose create. Cristo è il perfetto ‘trasfiguratore’ perché rende presente Dio nell'uomo e l'uomo in Dio. Questo lungo cammino dura per tutta la nostra vita e ha come epicentro la Pasqua di Gesù; esso si consumerà nel giorno finale della nostra vita e della storia umana: ‘È apparso il Salvatore nostro Gesù Cristo. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l'immortalità per mezzo del Vangelo’ (S. Paolo).
Prima Domenica di Quaresima
Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio
Letture: Genesi 2, 7-9. 3,1‑7; Romani 5,12‑19; Matteo 4,1‑11.
1 - Quaresima - Essa è il periodo liturgico di quaranta giorni, che ci prepara a rivivere in modo nuovo il mistero pasquale della passione, morte e risurrezione di Gesù. Dunque è un tempo di revisione profonda e positiva della nostra vita umana e cristiana nel segno della Croce, che si sviluppa attraverso: a) la preghiera personale e liturgica, b) la meditazione vissuta della Parola di Dio, c) il digiuno delle passioni e dei sensi interni ed esterni, d) l'esercizio delle opere di misericordia o di solidarietà verso il prossimo. In questo periodo imitiamo e condividiamo l'esperienza vissuta da Gesù per quaranta giorni sul monte di Gerico, prima di iniziare il suo ministero pubblico. Ci attendono nuove sorprese da questo ‘stare con Dio’, sospinti dalle ispirazioni e mozioni dello Spirito Santo.
Settima Domenica fra l'anno
Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori
Letture: Levitico 19,1‑2.17‑18; 1 Corinzi 3,16‑23; Matteo 5,38‑48.
1 ‑ Il punto di riferimento ‑ L'uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio, è chiamato a imitare in tutto la perfezione di Dio. Siamo immagine di Dio in quanto sue creature; siamo somiglianza di Dio in quanto figli e partecipi della sua natura divina. Ecco due punti di riferimento imprescindibili: ‘Siate santi perché io, il Signore Dio vostro, sono santo’(Levitico) - ‘Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste’ (Vangelo). Congiungiamo le due parole: la santità è la perfezione infinita di Dio.
Sesta Domenica fra l'anno
Non sono venuto ad abolire la Legge, ma a portarla a compimento
Letture: Siracide 15, 15‑20; 1 Corinzi 2,6‑10; Matteo 5,17‑37.
1 ‑ L'infinito ‑ Gesù non abroga o diluisce la legge antica, ma la perfeziona. Ormai all'uomo viene dato come unico punto di riferimento e fine ultimo la perfezione infinita di Dio: ‘Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli (Vangelo). Troppi ancora si accontentano di una perfezione puramente umana o, addirittura, della sufficienza. Gesù invece ci dice: desiderate con tutte le forze il massimo bene. In fondo, la libertà ci è stata data proprio per questo: scegliere sempre il sommo Bene, non accontentarci mai dei risultati raggiunti.
Quinta Domenica fra l'anno
Voi siete il sale della terra e la luce del mondo
Letture: Isaia 58,7‑10; 1 Corinzi 2,1‑5; Matteo 5,13‑16.
1 - La fonte ‑ S. Paolo afferma che la testimonianza dell'amore infinito di Dio Padre per le sue creature è duplice: a) Gesù Cristo, e questi crocifisso; b) lo Spirito Santo, manifestazione della sua potenza e grazia. Essi dunque sono le due braccia del Padre, cioè la duplice fonte da cui promana la luce della vita divina e il sale della sapienza celeste.
Festa di Cristo Re
Dio ci ha trasferiti nel Regno del Figlio suo
Letture: 2 Samuele 5,1‑3; Colossesi 1,12‑20; Luca 23,35‑43.
1 - Il Regno di Dio ‑ Questa espressione biblica condensa tutto il mistero della creazione e della redenzione. Cristo è Re perché costituisce il centro di quest’opera di Dio: sempre a fianco del Padre quando l’universo è stato creato e l’uomo è stato redento. Re perché Dio, Re perché Uomo, Re perché Salvatore, Re perché ‘piacque a Dio di fare abitare in Lui ogni pienezza e per mezzo di Lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli’ (S. Paolo).
Trentatreesima Domenica fra l'anno
Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime
Letture: Malachia 4,1‑2; 2 Tessalonicesi 3,7‑12; Luca 21,5‑19.
1 ‑ Il giorno della mietitura ‑ La prima lettura descrive il giudizio di Dio che matura e si manifesta nel corso dei tempi, fino alla definizione ultima, definitiva ed eterna: ‘Ecco, sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e gli ingiusti saranno come paglia; quel giorno venendo li incendierà in modo da non lasciar loro né radice né germoglio. Per voi, invece, cultori del mio nome, sorgerà il sole di giustizia’ (Malachia). Quattro punti di riferimento nel giudizio di condanna ci devono far riflettere: i superbi e i disonesti saranno condannati al fuoco eterno, che distruggerà nella loro vita ogni radice e germoglio di bene. Avranno l’anima, ma non funzionerà più per realizzare il bene!
Trentaduesima Domenica fra l'anno
Il Signore diriga i vostri cuori nell'amore di Dio e nella pazienza di Cristo
Letture: 2 Maccabei 7,1‑2.9‑14; 2 Tessalonicesi 2,16‑3,5; Luca 20,27-38.
1 ‑ I sette fratelli ‑ Il racconto biblico del martirio dei Maccabei contiene la più bella e ricca testimonianza di fede e di speranza ‘cristiane’ nella risurrezione finale del corpo, nel giudizio di Dio, nella vita eterna: ‘È bello morire a causa degli uomini, per attendere da Dio l'adempimento delle speranze di essere da lui risuscitati di nuovo, ma per te la risurrezione non sarà per la vita’! Questa convinzione ci illumina e sostiene, non solo di fronte all’eventualità di tradire la nostra fede cristiana e gli impegni morali che ne derivano, ma ci guida anche come un filo conduttore in tutte le azioni delle nostre giornate.
Solennità di Tutti i Santi
Rallegratevi perché grande è la vostra ricompensa nei cieli
Letture: Apocalisse 7, 2-4.9-14; 1 Giovanni 3,1-3; Matteo 5, 1-12.
1 - Chi sono - I santi sono uomini e donne che hanno fatto ‘il pieno’ di Dio, costruendo la loro vita su un unico fine: ‘Amare Dio con tutto il cuore, la mente e le forze; amare il prossimo come lo ama Gesù’. Essi, pur vivendo in terra con i problemi, le fatiche e le sofferenze della vita, hanno collocato stabilmente in Dio il loro cuore vivendo solo per Lui. Esclama Agostino per tutti: ‘Tardi ti amai, bellezza sempre antica e sempre nuova, tardi ti amai – Ormai te solo amo, te solo seguo, voglio essere di tuo pieno diritto’ (Confessioni e Soliloqui).
Trentunesima Domenica fra l'anno
Il Figlio dell'uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto
Letture: Sapienza 11,23-12; 2 Tessalonicesi 1,11-2,2; Luca 19,1‑10.
1 ‑ Un inno di gloria ‑ Il libro della Sapienza introduce in modo dolcissimo il tema di Dio che crea e sostiene le sue creature perché è ‘amante della vita’. E l’uomo, non più che polvere sulla bilancia divina o stilla di rugiada nell’universo, è proprio il centro delle attenzioni e delle tenerezze divine, perché Dio ha compassione di tutti ed è pronto a perdonare sempre, affinché tutti rinneghino la malvagità e credano al suo amore. Si può veramente dire con S. Ireneo, Padre della Chiesa, che ‘la gloria dell'uomo è la bontà di Dio e la gloria di Dio è l'uomo vivente’.