Questa rubrica raccoglie alcune riflessioni sulla Parola di Dio festiva, preparate comunitariamente ogni settimana. Il sussidio vuole rispondere a una duplice esigenza, avvertita ormai da tutti: a) giungere all'ascolto della Parola di Dio della messa festiva avendola già meditata in modo serio e approfondito; b) adeguare sempre meglio l'omelia o la catechesi alla sensibilità e alle situazioni concrete dei fedeli. Il cammino compiuto da ormai quarant’anni ha dimostrato che tale metodo anche se non è l'unico o l'ottimo migliora la qualità e i contenuti dell'omelia. Così esso diventa un prezioso servizio che i laici offrono al sacerdote e il sacerdote offre alla comunità dei fedeli. Dopo questa esperienza in gruppo, si è sentita l'esigenza di offrire anche una "traccia" scritta perché la riflessione continui durante la settimana in famiglia. Ora il testo è disponibile attraverso internet: il nuovo ‘caminetto’, ove la famiglia può riunirsi attorno al fuoco dello Spirito Santo. Accogliamo l’invito della Chiesa preparando un cuore ben disposto all'ascolto vivo e vissuto della Parola di Dio.
Solennità della SS. TrinitÃ
Tutto quello che il Padre possiede è mio. Lo Spirito prenderà del mio e ve lo annunzierÃ
Letture: Proverbi 8,22‑31; Romani 5,1‑5; Giovanni 16,12‑15.
1 - Un pregiudizio ‑ Molti pensano alla Trinità come a un dogma impenetrabile o, peggio, a un tabù, di cui è meglio non parlare. C'è e basta! Nulla di più assurdo. Che cosa c'è di più facile a comprendersi e di più bello di un Dio‑Famiglia? E’ chiaro che questo termine va applicato alla Trinità con tutte le doverose distinzioni, ma rendiamoci conto che siamo stati creati proprio a immagine (della natura) e somiglianza (della vita personale) di Dio. La Trinità è tutto questo: un Papà (il Padre), un Figlio (il Verbo), uno Sposo (lo Spirito Santo) che si vogliono bene con un unico, identico e perfettissimo amore. Sono dunque tre ad amarsi, ma con un solo amore!
Solennità di Pentecoste
Tutti siamo battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo
Letture: Atti 2,1‑11; Corinzi 12...12‑13; Giovanni 20,19‑23
1 ‑ Il Dono e i doni ‑ La Chiesa oggi invoca così lo Spirito Santo: ‘Vieni, datore dei doni, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore’. Lo Spirito Santo è tutto l'Amore del Padre e del Figlio, che si donano reciprocamente uno all’altro facendo sbocciare lo Spirito Santo, e in Lui tutta la Trinità si dona a noi. In questo dono sono racchiusi, come in una fonte inesauribile, tutte le grazie, i carismi specifici, i ministeri, le attività e gli aiuti particolari che l'Amore di Dio effonde quotidianamente nello spirito dell’uomo e in tutta la realtà creata. Ma ci sono alcuni momenti ‘pentecostali’, in cui la sua effusione è stata e sarà straordinaria: a) fin dai primordi della creazione, lo Spirito Santo alitava sulle acque infondendo la vita; b) Maria ha concepito Gesù nel grembo per opera dello Spirito Santo; c) Gesù morendo in croce e risorgendo ha effuso lo Spirito Santo della redenzione e della risurrezione; d) nel giorno di Pentecoste è nata la Chiesa, la nuova umanità trasformata in famiglia di Dio; e) al termine della vita umana riceveremo l’ultima immensa effusione, che ci renderà degni della visione beatifica.
Ascensione del Signore
Nel nome di Cristo saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono. Di questo voi siete miei testimoni
Letture: Atti 1, 1‑11; Efesini 1,17‑23; Luca 24,46‑53.
1 ‑ Non è un commiato ‑ L'Ascensione non significa affatto la fine della missione e della presenza di Gesù fra gli uomini, ma l'inizio di una nuova fase della salvezza, operata da Cristo insieme a noi per mezzo dello Spirito Santo. Questo è il senso delle ultime parole di Gesù, prima di salire al cielo: ‘Io sono con voi sino alla fine del mondo’. La Chiesa è la prova evidente di questa indefettibile sua presenza. Di fatto, Gesù rimane con noi in diversi modi attraverso il ministero apostolico (papa, vescovi, sacerdoti), il Libro della Parola, i sacramenti (battesimo, eucarestia, matrimonio, ecc.), la comunità umana.
Sesta Domenica di Pasqua
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non sia turbato il vostro cuore: vado e tornerò a voi
Letture: Atti 15, 22‑29; Apocalisse 21, 22‑23; Giovanni 14, 23‑29.
1 ‑ Le vicende di Dio ‑ Queste parole di Gesù, pronunziate nell'ultima cena, si possono riferire sia alla sua morte imminente che alla risurrezione, sia all'ascensione che culmina nella pentecoste, sia alla nostra vita che è una lunga attesa del ritorno di Gesù, sia all'epoca storica che stiamo attraversando, così gravida di segni premonitori, che sembra preludere a un arrivo imminente e straordinario del Signore. Il valore della pace è la somma di tutti i beni fondamentali della vita: umiltà , verità , amore, unità ; essa li include, li custodisce e li rende operanti.
Quinta Domenica di Pasqua
Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri
Letture: Atti 14,20‑26; Apocalisse 21,1‑5; Giovanni 13,31‑33.34‑35.
1 ‑ Nuovo cielo e nuova terra ‑ La Risurrezione è dunque l'inizio di una nuova vita sulla terra, radicalmente diversa dal modello pagano, in cui l’uomo praticamente elimina Dio e ne prende il posto, ma poi adora le creature piuttosto che il Creatore. In tal modo l'uomo è ricondotto alle sue vere origini e alla fonte piena della vita umana, in comunione totale di amore con Dio e l'umanità . L’apostolo Giovanni esprime questa realtà con la visione della sposa adorna per il suo sposo: ‘Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo, ed egli sarà il Dio‑con‑loro’.
Quarta Domenica di Pasqua
Le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna
Letture: Atti 13, 14.43‑52; Apocalisse 7,9.14‑17; Giovanni 10,27‑30.
1 ‑ Il buon Pastore ‑ Gesù è colui che ha la missione di‘pascere’ tutti gli uomini, cioè di salvarli dal male: li nutre a forza di verità e di amore, li raduna in una sola famiglia e li guida alla vita eterna. Chi sono le pecore di Gesù? Dice Agostino: ‘Le sue pecore sono quelli che credono, che seguono il loro pastore, che non disprezzano il loro redentore, che entrano per la porta e ne escono trovando il pascolo della verità e partecipano alla vita eterna’. In questo assomigliano già a Lui, l’agnello immolato per salvare il mondo, secondo le parole di Giovanni Battista: ‘Ecco l’Agnello di Dio, che toglie portando su di sé il peccato del mondo’.
Terza Domenica di Pasqua
Simone di Giovanni, mi ami tu? Certo, Signore, tu sai che io ti amo!
Letture: Atti 5,27‑32.40‑41; Apocalisse 5,11‑14; Giovanni 21,1‑19.
1 ‑ È il Signore! ‑ Il Vangelo di Giovanni ci racconta la terza apparizione di Gesù agli apostoli, mentre pescavano sul lago di Cafarnao. Quando Gesù si manifesta ad essi, nessuno gli chiede più chi è, poiché sanno bene che è Lui. Ormai si sono abituati con naturalezza a vedere Gesù fra loro, per condividere ogni aspetto della vita quotidiana. Accade questo anche a noi? Ci accorgiamo e ci sorprendiamo talvolta della presenza continua di Gesù nella nostra persona e nella nostra vita, tanto nelle pieghe del cuore e nei pensieri della mente, quanto nelle decisioni della volontà ; e poi in casa, a scuola e in fabbrica; in ufficio, in negozio, per la strada e soprattuto in chi soffre e ha bisogno?
Seconda Domenica di Pasqua
Beati quelli che, pur non avendo visto, crederanno
Letture: Atti 5,12‑16; Apocalisse 1,9-11a-13.17‑19; Giovanni 20,19‑31.
1 ‑ La Pasqua continua ‑ Sarebbe poca cosa celebrare la Pasqua per un giorno solo, ricordando semplicemente il fatto storico della risurrezione di Gesù da morte. Ogni Pasqua deve essere celebrazione del mistero di Cristo perennemente vivo e risorto, continuamente presente in mezzo agli uomini. Per questo gli Atti degli Apostoli ci dicono che anche ‘quando Pietro passava, bastava che la sua ombra coprisse qualche ammalato perché guarisse’. In ogni cristiano e persona onesta di fatto passa e agisce Cristo risorto, e tutti vorrebbero avvertire questo passaggio potente del Signore fra noi!
Solennità di Pasqua
Cristo nostra Pasqua è immolato: facciamo festa nel Signore!
Letture: Atti 10,34a.37‑43; Colossesi 3,1‑4; Giovanni 20,1‑9.
1 ‑ Al sepolcro ‑ Un gruppo di donne sale, di buon mattino, alla tomba di Gesù. Portano con sé gli aromi per completare l’imbalsamazione del suo corpo, ma si chiedono: chi ci aprirà la pesante pietra tombale? Esse non prevedono che dovranno superare anche i controlli delle guardie e infrangere i sigilli apposti dal sinedrio sul sepolcro per giungere fino ad un morto... Ma trovano una scena del tutto diversa: il sepolcro è aperto, non c’è più traccia di guardie. Scorgono anche un angelo che annuncia dall’interno: ‘Cristo è risorto, non è qui’! Tornano allora per dare l’annuncio a Pietro e Giovanni, i quali si muovono per andare a controllare: scorgono il sudario e le bende ben ricomposte a capo e piedi della lastra tombale; non possono, dunque, degli ipotetici ladri - come sostiene la Maddalena - avere rubato il Signore. Di fronte a tanta evidenza risorge la fede di Giovanni, testimone oculare della morte e sepoltura di Gesù: ‘Egli vide e credette’! Â
Domenica delle Palme
Gloria a te che vieni, pieno di bontà e di misericordia!
Letture: Isaia 50,4‑7; Filippesi 2,6‑11; Luca 22,14‑23,56
1 ‑ La chiave di lettura - Oggi Gesù ci spiega chi è e che cosa pensa della vita. Le sue parole sono ancor più solenni e indicative perché le pronuncia per l’ultima volta nell’imminenza della sua passione e morte. Egli è del tutto cosciente di affermare una verità assolutamente al di fuori della portata umana; per questo introduce il discorso invitandoci a osservare la prima legge fondamentale di comportamento del creato: ‘Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde, e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire prenda la sua croce e mi segua’(Gv.12,24). Questa parola esprime alla perfezione la natura della vita secondo Dio e perché Dio ce l’ha data. Essa è soltanto un dono da parte di Dio, non è proprietà privata ed esclusiva di ciascuno; quindi, come tale, appartiene a tutti e deve essere offerta per tutti. La vita è perdersi, ‘darsi per’, cioè donarsi per amore agli altri. La concezione opposta, quella del mondo, sostiene invece che la vita è prendersi, amarsi egoisticamente senza dare nulla agli altri. Ora, se accettiamo questo principio del perdersi per amore, accettiamo tutto il Vangelo; se lo rifiutiamo, rifiutiamo tutto il Vangelo. Ma questo principio è comunque l'unica via di salvezza! Qui sta la vera sfida tra cristianesimo e cultura del mondo, che si gioca ormai da duemila anni. La storia a chi dà ragione?