Questa rubrica raccoglie alcune riflessioni sulla Parola di Dio festiva, preparate comunitariamente ogni settimana. Il sussidio vuole rispondere a una duplice esigenza, avvertita ormai da tutti: a) giungere all'ascolto della Parola di Dio della messa festiva avendola già meditata in modo serio e approfondito; b) adeguare sempre meglio l'omelia o la catechesi alla sensibilità e alle situazioni concrete dei fedeli. Il cammino compiuto da ormai quarant’anni ha dimostrato che tale metodo anche se non è l'unico o l'ottimo migliora la qualità e i contenuti dell'omelia. Così esso diventa un prezioso servizio che i laici offrono al sacerdote e il sacerdote offre alla comunità dei fedeli. Dopo questa esperienza in gruppo, si è sentita l'esigenza di offrire anche una "traccia" scritta perché la riflessione continui durante la settimana in famiglia. Ora il testo è disponibile attraverso internet: il nuovo ‘caminetto’, ove la famiglia può riunirsi attorno al fuoco dello Spirito Santo. Accogliamo l’invito della Chiesa preparando un cuore ben disposto all'ascolto vivo e vissuto della Parola di Dio.
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Quinta Domenica di Pasqua
Io sono la via, la verità, la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo mio. Io sono nel Padre e il Padre è in me
Letture: Atti 6,1‑7; Pietro 2,4‑9; Giovanni 14,1‑12
1 ‑ Il commiato ‑ Gesù si congeda dagli apostoli due volte: prima della sua passione e morte e nell'imminenza dell'ascensione al cielo, assicurandoli però che sarà più che mai presente con loro in questa vita terrena. Infatti dice: ‘Non si turbi il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e anche in me. Io vado a prepararvi un posto. Ritornerò un giorno e vi prenderò per sempre con me’. Se la terra è stata la dimora del Figlio di Dio tra gli uomini, adesso il cielo diventerà la nuova dimora stabile degli uomini con il loro Dio, Padre e Salvatore. Ecco come prega Agostino in questo particolare clima spirituale, ove è sempre presente l’imminenza dell’ascensione al cielo: ‘Signore, prepara noi per te; ma prepara anche te per noi, preparandoti il posto in noi e preparando a noi il posto in te’. Tutta la vita terrena è davvero un’intensa ascensione mistica verso Dio.
Quarta Domenica di Pasqua
Io sono la porta delle pecore; se uno entra attraverso me sarà salvo: entrerà, uscirà, troverà pascolo
Letture: Atti 2, 14.36‑41; Pietro 2, 20‑25; Giovanni 10, 1‑10
1 - Pasqua dello Spirito – Quando Gesù muore sulla croce e risorge da morte effonde due volte lo Spirito Santo, poiché dona al mondo tutto il suo amore divino e umano. In particolare, nella sera di Pasqua, Egli dona agli apostoli il potere di rimettere i peccati. Ecco perché Pietro, dopo la Pentecoste, predica così a tutti: ‘Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo’. In tal modo la salvezza è offerta a tutti gli uomini attraverso il ministero degli apostoli e dei loro successori: ‘Per voi - è ancora Pietro che parla ‑ è la promessa e per tutti i vostri figli e per quelli che sono lontani’. Lo Spirito Santo: duplice dono di misericordia e di vita nuova.
Terza Domenica di Pasqua
Lo riconobbero nell'atto di spezzare il pane
Letture: Atti 2,14.22‑33; Pietro 1,17‑21; Luca 24,13‑35
1 - Emmaus ‑ La mattina di Pasqua, due discepoli ritornano a casa sconsolati: Gesù, in cui avevano riposto ogni speranza, è morto da tre giorni. Con lui – pensano - è morta definitivamente la speranza in un vero liberatore dell’uomo da ogni forma di schiavitù. Ma, lungo la via del ritorno, un viandante sconosciuto si avvicina, si presenta e chiede di che cosa stanno parlando. E così, per oltre dieci chilometri, si stabilisce fra lui e loro una fitta conversazione su quanto è accaduto a Gerusalemme nei giorni scorsi, non solo, ma anche sulla figura del Messia, come la Scrittura lo aveva annunciato da tempo. Giungono così a Emmaus e invitano lo sconosciuto a sostare in casa di uno di loro: ‘Resta con noi perché si fa sera’! Siedono a tavola. Ad un tratto: ‘Egli prese il pane, lo spezzò, disse la benedizione e lo diede loro’. In quel momento i loro occhi si aprirono e lo riconobbero: sì, è proprio Lui, Gesù in persona!
Seconda Domenica di Pasqua
Tommaso, perché mi hai veduto hai creduto? Beati quelli che, pur non avendo visto, crederanno
Letture: Atti 2, 42-47; 1 Pietro 1, 3-9; Giovanni 20, 19-31
1 ‑ Toccare con mano ‑ L'apostolo Tommaso, che vuole toccare con mano le ferite di Gesù risorto, assurge a simbolo di coloro che non credono finché non ne hanno le prove tangibili ed evidenti. Molti, escludendo ogni tipo di fede, dicono anche oggi: ‘Dio non esiste, perché non lo vedo, non lo sento, si disinteressa della sofferenza e dell'ingiustizia nel mondo, ci lascia a soffrire’. E ancora: ‘Cristo non è risorto perché non lo vedo nella mia vita; molte volte chi dice di credere in lui è peggiore degli altri e non sa perché crede’. L’elenco potrebbe continuare. A questo punto, sembra più giusto imitare l'atteggiamento di Tommaso, che cerca altre prove.
Domenica di Pasqua
Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù
Letture: Atti 10,34.37‑43; Colossesi 3,1‑4; Giovanni 20,1‑9
1 - Il sepolcro vuoto ‑ Simon Pietro e Giovanni, informati dalla Maddalena, corrono al sepolcro la mattina di Pasqua e vi entrano per primi: lo trovano vuoto, ma notano la sindone e le bende, usate per la sepoltura di Gesù, poste con cura ai lati del letto tombale. Per Giovanni questo è ‘il segno’ chiaro, lasciato da Gesù come documento della sua risurrezione: ‘egli vide e credette’! Anche oggi il segno non cambia: il sepolcro vuoto di Gesù è la prova che Egli è risorto ed è vivente in mezzo a noi. Tutto il creato è scosso da un nuovo fremito di vita divina: la morte è definitivamente vinta.
Domenica delle Palme
Cristo si è fatto obbediente fino alla morte di croce
Letture: Isaia 50,4‑7; Filippesi 2,6‑11; Matteo 26,14-66
1 - La settimana santa – In essa seguiamo Gesù al termine della sua vita terrena: l'umile trionfo di Gerusalemme, i tre giorni di intensa preparazione con la preghiera e il riepilogo di tutta la predicazione, l'ordinazione sacerdotale degli apostoli e l’ultima cena, l'arresto nell'orto degli ulivi, il duplice processo, la condanna capitale, la flagellazione e le umiliazioni, il viaggio al Calvario, la crocifissione, morte e sepoltura. I sacramenti della Riconciliazione e della Eucarestia sono la ‘memoria’ viva della nostra Pasqua con Gesù.
Quinta Domenica di Quaresima
Io sono la risurrezione e la vita
Letture: Ezechiele 37,12‑14; Romani 8,8‑11; Giovanni 11,1‑45
1 - Lo Spirito della vita ‑ Il profeta Ezechiele annuncia al popolo ebraico, che ha perduto ogni speranza di salvezza, un messaggio di risurrezione: ‘Io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio Spirito e rivivrete’. Oggi il Signore ripete la stessa parola all'umanità, che è preda della morte nel corpo e nello spirito: ‘Rivivrete’! La morte è la vera e irriducibile nemica dell'uomo. Lo è nel suo corpo: l’uomo muore di fame, di sete, di malattie; lo è nel suo spirito: esso muore quando si estingue la fede, la speranza, l’amore, l’eternità.
Quarta Domenica di Quaresima
Io sono venuto nel mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi
Letture: Samuele 16, 1b‑13a; Efesini 5,8‑14; Giovanni 9,1‑41
1 - Aprire gli occhi ‑ Il miracolo del cieco fin dalla nascita è esemplare perché evidenzia due tipi di cecità: quella involontaria e incolpevole che è l’incapacità fisica di vedere la luce, quella volontaria e colpevole che è il rifiuto della luce e dell’evidenza della verità. I veri ciechi, secondo Gesù, non sono i non‑vedenti, ma coloro che credono di vedere e sapere tutto, in quanto pensano di essere infallibili e perfetti: ‘Se foste ciechi, non avreste alcun peccato, ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane’.
Terza Domenica di Quaresima
Chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete
Letture: Esodo 17, 3‑7; Romani 5,1. 2,5‑8; Giovanni 4, 5‑42
1 ‑ La samaritana – Gesù incontra una donna samaritana, venuta al pozzo di Sicar per attingere acqua. Essa aveva avuto cinque mariti e ora conviveva con un uomo che non era suo sposo. Gesù chiede da bere proprio a lei, dimostrando subito di essere venuto per salvare prima di tutto i peccatori incalliti, travolti dal male, e ad abolire ogni distinzione fra ebrei e il resto del mondo: ‘Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana’? Al termine del breve soggiorno di Gesù in Samaria, anche gli abitanti della città esclamano: ‘Noi adesso crediamo perché abbiamo udito e sappiamo che tu sei il salvatore del mondo’. Oggi vorremmo vedere anche noi questo spettacolo nella Samaria del mondo moderno: i laici, materialisti e atei, toccano con mano la misericordia e bontà di Dio!
Seconda Domenica di Quaresima
Gesù ha vinto la morte, facendo risplendere la vita e l'immortalità con il Vangelo
Letture: Genesi 12, 1-4a; 2 Timoteo 1, 8b‑10; Matteo 17, 1‑9
1 - Il monte di Dio ‑ La quaresima propone ogni anno un itinerario nuovo di conversione a Cristo, vero Dio e vero uomo. Si tratta di salire con Gesù sulle tre montagne della vita: quella di Gerico (le tentazioni), quella della Trasfigurazione (il rinnovamento) , quella del Calvario (il dono di sé). Il ‘monte di Dio’ è sinonimo della pienezza della vita divina, trascendendo il limite delle cose create. Cristo è il perfetto “trasfiguratore” perché rende visibile e presente Dio nell'uomo e l'uomo in Dio. Questo lungo cammino dura per tutta la nostra vita e ha come epicentro la Pasqua di Gesù; esso si consumerà nel giorno finale della nostra vita e della storia umana: ‘È apparso il Salvatore nostro Gesù Cristo. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l'immortalità per mezzo del Vangelo’ (S. Paolo).